Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/109

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lettera xvii 103


per diradarle, e talvolta per avvolgerle ed assettarle meglio nel pettine, mostrando in questo modo, forse sopra pensiero, un braccio bianchissimo e tondeggiante scoperto dalla camicia, che ne l’alzarsi della mano cascava fin oltre il gomito. Giacendo piegata alquanto indietro sopra un piccolo trono di guanciali, si volgeva con compiacenza al suo cagnuoletto, che le si accostava e fuggiva e correva, torcendo il dosso e scuotendo l’orecchie e la coda. Io mi posi a sedere sopra un angusto soffá, avvicinato dalla cameriera, la quale si era giá dileguata. Quell’adulatrice bestiuola schiattiva, e, mordendole e scompigliandole con le zampine l’estremitá della camicia, lasciava apparire una gentile pianella di seta rosa-languida, e poco dopo un piccolo piede scoperto fin sopra la noce; un piede, o Lorenzo, simile a quello che l’Albano dipingerebbe rappresentando una Grazia ch’esce dal bagno. O Senocrate, se tu non avessi, com’io, veduto Teresa nell’atteggiamento medesimo, presso un focolare, anch’ella appena balzata di letto, così negletta, così... Chiamandomi a mente quel fortunato mattino, mi ricordo che non avrei osato di respirar l’aria che la circondava, e tutti tutti i miei pensieri si univano riverenti e paurosi soltanto per adorarla... F. certo un genio benefico mi presentò l’immagine di Teresa, perch’io, non so come, ebbi l’arte di guardare con un rattenuto sorriso or la bella, poi il cagnuolino, e di bel nuovo il tappeto dove posava il bel piede; ma il bel piede era intanto sparito. M’alzai, chiedendole perdono se io aveva scelto un’ora importuna, e la lasciai quasi pentita, perché di gaia e ridente divenne dispettosa, e... del resto poi non so. Quando fui solo, la mia ragione1, ch’è in perpetua lite con questo mio cuore, mi andava dicendo: — Infelice! temi soltanto di quella beltá che partecipa del celeste: prendi dunque partito, e non ritrarre le labbra dall’antiveleno che la fortuna ti porge. — La ragione ebbe lode; ma il cuore avea giá fatto a suo modo.

  1. Nell ’errata-corrige dell’edizione originale si pretenderebbe di correggere, sostituendo «ragione» con «passione». Giova il confronto con un passo della lettera 4 dicembre del secondo Ortis [Ed.].