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lettera di teresa a iacopo 177


Io. Amico, Iddio è buono, ama gli sventurati e non saprá abbandonarti. Spera! In sí giovane etá brami d;i morire e di perdere i tuoi freschi anni? Vivi alla virtú, alla patria, a te stesso!...

Iacopo. Vivere?... io?... con questo cuore?... Oh, gl’infelici non vivono che d’affanni! E i miei sono duri, insoffribili, estremi!

Si battea con una mano la fronte, e poscia risoluto: — Sí, ho deciso! — E che! tentaresti forse?... — l’interruppi. — Nulla! — mi rispose con una cupa e fredda calma annunziatrice di orrori. — Nulla! —

Tu, o sensibil Lettore, avrai ben compreso da queste lettere quanto radicata e profonda gli fosse l’idea della morte. Da lungo tempo covava il funesto pensiero di uccidersi; ma l’aspetto di Teresa, i suoi angelici sguardi e gli atti soavi gli sopivano di quando in quando nella stravolta fantasia le immagini lugubri e feroci. Un sorriso di Teresa rasserenava il suo spirito, siccome le rugiadose stille dell’alba ravvivano le languenti rose. Il fatale avvenimento del giardino, il perpetuo e crudele abbandono, la lettera stessa di Teresa, lo stato miserando di sua salute, la tetra solitudine di quelle montagne, ultimo asilo dell’infelice, fomentarono e riaccesero una idea tanto a lui cara e gradita. Alfine un’altra lettera, che recentemente, non so come, avea ricevuto, diede l’estremo crollo alla sua disperata passione. Egli, tremando, me la ripose fra le mani.

Dai colli Euganei, io giugno.

 Amico!

Odoardo ha sorpreso una tua lettera... Avvilita e confusa, come sostenere i suoi sguardi feroci, le sue tremende parole, i suoi gesti di rabbia, le sue minacce? Caddi svenuta, e, oh Dio! né meno mi porse un aiuto o mi stese una mano. Borbottava sdegnoso alcune tronche espressioni e fremeva. Quella voce, quei sguardi mi parevano d’uno sposo tradito e furibondo. Ma Dio sa pure i miei sentimenti, la mia fede, il mio cuore!...

Quest’oggi è ritornato alquanto tranquillo nella mia camera. Io mi giaceva in letto, ove tuttora languisco. A me parve pentito de’ suoi fieri trasporti, e mi diresse alcune parole cosí toccanti, cosí dolci... Oh, amico, qual rossore nel rammentarlo! Quanto è buono ed amabile il mio sposo! Dopo lunghi discorsi è venuto