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discorso quarto 267


impresa. Che se non a nazioni vere, ma a regali famiglie ed a grandi volghi tende il canto del poeta, allora pare giusto Tesilio che decretava Platone. Il decadimento della poesia storica s’incomincia a travedere sino da’ tempi di Virgilio. Ma se i secoli gotici non ci avessero invidiate le poesie di Alceo, forse l’amor della patria e delle virili virtú suonerebbe piú dalla lira di quel capitano odiator de’ tiranni1, di quel che suoni dalle imitazioni di un cortigiano, che lusinga il suo signore, confessandogli di essere fuggito dalla battaglia, estremo esperimento degli ultimi romani contro la fazione di Cesare2, e fa aiutatore un iddio del suo tradimento. È da badare che di tutte quasi le reliquie di Alceo, restate presso Eraclide Pontico ed Ateneo, si trova, non dirò l’imitazione, ma la traduzione letterale in Orazio3. Che s’ha dunque a pensare sí d’Alceo che degli altri lirici, de’ quali quantunque incontriamo rari vestigi, vivono i nomi tuttora e vivranno immortali come le muse? Quasi una intera ode si appropriò Catullo della sventurata Saffo4, imitata ad un tempo da Lucrezio 5; ed ho argomenti, non opportuni a questo discorso, per sospettare greco l’inno a Cibele6. Poco ha Virgilio di veramente pastorale nelle egloghe, che non sia di Teocrito; ed oltre i versi trapiantati da Omero e dagli altri 7, il celebre libro quarto dell’Eneide sarebbe piú letto in Apollonio 8, se questi lo avesse cantato con la divinitá dello stile virgiliano, come lo architettò due secoli prima con circostanze piú passionate e piú vere. Se non che, e la imitazione e le adulazioni

  1. Quintil., lib. x; Orazio, lib. ii, ode x, verso 26 e sg.; lib. iv, ode viii, verso 8, ed altrove.
  2. Lib. ii, ode vii, verso 14; lib. iii, ode iv, verso 27; e ne’ Sermoni.
  3. Paragona, fra gli altri, le prime due strofe dell’ode x, lib. i, e l’ode xv, verso 5 e sg., con i frammenti d’Alceo, stampati fra’ lirici greci. • Questo mio parere intorno alla imitazione di Orazio è stato pensato anche dall’Heyne prima di me; e scritto quasi con le stesse parole (Opera Virg ., tom. ii, Disquisit. I, De carmine epic. Virg.). *
  4. Catullo, carm. li; Longino, sezione x.
  5. Lib. iii, verso 153 e sg.
  6. Catullo, carm. lxii.
  7. Vedili tutti presso Macrobio, Saturn., lib. v e vi.
  8. Lib. iii, verso 284, e continua nel lib. iv.