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298 vi - commento alla «chioma di berenice»


«Cleomene».Dovea quel colosso tenere nella sinistra mano una cittá di diecimila abitanti, e versare dalla destra un fiume, che dall’alto cascasse nell’Egeo (Plutarco, loc. cit.). Né fa motto il Sonini dell’altre storie, per cui quel monte è nobilitato; anzi pare ch’ei tenga da poco tutte le antiche memorie. Ma, se pur fosse vero che l’Athos, come ei lo vedeva, o gli parea di vederlo, smentisse la magnificenza con che gli storici ne parlarono, non doveva essergli ignoto che i monti decrescono coll’andare de’ secoli. Ch’ei fosse altissimo, lo sappiamo dalle tradizioni di etá immemorabili, poiché sulle sue vette si salvò Deucalione dall’acque che innondarono quella parte del mondo (Platone, nel Timeo, sul principio). L’imperadore Marco Aurelio lo annovera fra le maggiori cose del mondo: «L’Asia e l’Europa sono appena cantucci del mondo; il mare una goccia dell’universo; e il monte Athos una gleba di terra» (lib. vi, cap. 36; ed Omero, Iliad., xiv, 229). Plinio scrive che l’ombra dell’Athos cadeva sino a Lenno (lib. iv, 10), appunto dentro il fòro di Mirina, borgo; Belonio sino a Mitilene, sei miglia men lontano: seppure queste degradazioni sono state osservate nella stessa ora del giorno e nella stessa stagione. La longitudine del monte Athos è di 51° 00, e la latitudine di 41° 10′. La longitudine di Mirina 52° 20′, e la latitudine 40° 56′. La distanza è dunque eguale a 1° 1′ 56″. Per la qual posizione geografica bastano 518⅒ tese di altezza, perché l’ombra cada su Mirina a’ 26 di aprile ed a’ 25 agosto: ma gli eruditi ed i viaggiatori impugnano Plinio, perché appunto suppongono esagerata l’altezza del monte. Non ch’io creda al Riccioli (Geograph. reform ., lib. vi, cap. 15, n. 9) le ottomila tese dell’Athos; e piú esatta estimazione parmi quella del Vossio (Ad Melam, i, ii, cap. 2) di undici stadi (1140 tese). Non è per altro si meschino come decanta il Sonini. Da’ greci de’ miei giorni è anzi annoverato fra gli altissimi monti, ed è abitato da innumerabili monaci, che si governano in forma di repubblica. Un monumento, che s’incontra nel tomo primo delle Antichitá greche compilate dal Gronovio, rappresenta il genio dell’Athos con la testa che posa sulla mano, e con gli occhi rivolti alla terra. La quale immagine credesi dagli eruditi simbolo del diluvio, da cui quel monte salvò i mortali.