Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/39

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ultime lettere di iacopo ortis 33


invochiamo quelle ombre magnanime, i nostri nemici calpestano i loro sepolcri. E verrá forse giorno che noi, perdendo le sostanze e l’intelletto e la voce, sarem fatti simili agli schiavi domestici degli antichi, o trafficati come i miseri negri; e vedremo i nostri padroni schiudere le tombe, e disseppellire e disperdere al vento le ceneri di que’ grandi per annientarne fino le ignude memorie; poiché oggi i nostri fasti ci sono cagione di superbia, ma non eccitamento dall’antico letargo.

Cosí io grido quando mi sento insuperbire nel petto il nome «italiano», e, rivolgendomi intorno, io cerco né trovo piú la mia patria. Ma poscia io dico: pare che gli uomini sieno i fabbri delle proprie sciagure; ma le sciagure derivano dall’ordine universale, e il genere umano serve orgogliosamente e ciecamente a’ destini. Noi ragioniamo sugli eventi di pochi secoli: che sono eglino nell’immenso spazio del tempo? Pari alle stagioni della nostra vita mortale, paiono talvolta gravi di straordinarie vicende, le quali pur sono comuni e necessari effetti del tutto. L’universo si controbilancia. Le nazioni si divorano, perché una non potrebbe sussistere senza i cadaveri dell’altra. Io, guardando da queste alpi l’Italia, piango e fremo, e invoco contro gl’invasori vendetta; ma la mia voce si perde tra il fremito di tanti popoli trapassati, quando i romani rapivano il mondo, cercavano oltre i mari e i deserti nuovi imperi da devastare, manomettevano gl’iddíi de’ vinti, incatenavano principi e popoli liberissimi, finché, non trovando piú dove insanguinare i lor ferri, li ritorceano contro le proprie viscere. Cosí gl’israeliti trucidavano i pacifici abitatori di Canaan, e i babilonesi poi strascinarono nella schiavitú i sacerdoti, le madri e i figliuoli del popolo di Giuda. Cosí Alessandro rovesciò l’impero di Babilonia, e, dopo avere arsa, passando, tutta la terra, si corrucciava che non vi fosse un altro universo. Cosí gli spartani tre volte smantellarono Messene e tre volte cacciarono dalla Grecia i messeni, che pur greci erano, e della stessa religione, e nipoti de’ medesimi antenati. Cosí sbranavansi gli antichi italiani, finché furono ingoiati dalla fortuna di Roma. Ma in pochissimi secoli la regina del mondo divenne preda de’ Cesari, de’ Neroni, de’ Costantini,