Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. III, 1920 – BEIC 1824364.djvu/10

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4 didimo chierico a' lettori

vergognosi; e nel brio della gioia, sospira; e, mentre le sue immaginazioni prorompono tutte ad un tempo discordi e inquietissime, accennando piú che non dicono ed usurpando frasi, voci ed ortografia, egli sa nondimeno ordinarle con l’apparente semplicità di certo stile apostolico e riposato. Anzi in questo libricciuolo, ch’ei scrisse col presentimento avverato della prossima morte, trasfuse con piú amore il proprio carattere; quasi ch’egli, nell’abbandonare la terra, volesse lasciarle alcuna memoria perpetua d’un’anima sí diversa dalle altre.

Se dunque, lettori di Yorick e miei, la novitá vi rendesse men agevole la lettura, ascrivetelo (e ve ne esorto per puro amore della giustizia) parte all’autore, parte a me, e parte anche a voi stessi. E quando mai le poche postille, da me compilate per amor vostro, non giovassero a diradarvi l’oscurità, riposatevi alquanto dalla lettura, e rileggete l’epigrafe del mio frontispizio.

E ve la ho posta, perché mi fu suggerita da un vecchio prete, che con un volumetto immortale indusse anch’egli i nostri magnifici sfaccendati, non dirò a ravvedersi, ma a ridere almen da se stessi della lor vanitá: e anch’egli bramò solamente, siccome Yorick, la cara salute in compagnia della pacifica libertá1; e non fu esaudito dal cielo; ma non pianse mai, fuorché per amore o per compassione. Alcuni di voi, o lettori, sanno che non s’è potuto trovare la lapide che copre l’ossa di quel buon prete. Ma voi, se non altro, pregate pace all’anima sua e all’anima del povero Yorick; pregate pace anche a me, finch’io vivo.

 Calais, 21 settembre 1805.

  1. Viaggio sentimentale, cap. xl.