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166 notizia intorno a didimo chierico


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Di questo libro Didimo mi disse due cose (da lui taciute, né so perché, nell’epistola a’ suoi lettori), le quali pur giovano a intendere un autore oscurissimo anche a’ suoi concittadini1 e a giudicare con equità de’ difetti del traduttore. La prima si è: «che con nuova specie d’ironia, non epigrammatica né suasoria, ma candidamente ed affettuosamente storica, Yorick da’ fatti narrati in lode de’ mortali, deriva lo scherno contro a molti difetti, segnatamente contro alla fatuità del loro carattere.» L’altra: «che Didimo, benché scrivesse per ozio, rendeva conto a se stesso d’ogni vocabolo; ed aveva tanto ribrezzo a correggere le cose, una volta stampate (il che, secondo lui, era manifestissima irriverenza ai lettori), che viaggiò in Fiandra a convivere con gli inglesi, i quali vi si trovano anche al di d’oggi, onde farsi spianare molti sensi intricati; e lungo il viaggio si soffermava per l’appunto negli alberghi di cui Yorick parla nel suo Itinerario, e ne chiedeva notizie a’ vecchi che lo aveano conosciuto; poi si tornò a stare a dimora nel contado tra Firenze e Pistoia, a imparare migliore idioma di quello che s’insegna nelle città e nelle scuole.

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Ora per gli uomini dotti, i quali furono dalla lettura di que’ manoscritti e da questa versione dell’Itinerario sentimentale invogliati di sapere notizie del carattere e della vita di Didimo, e me ne richiedono istantemente, scriverò le scarse ma veracissime cose che io so come testimonio oculare. Giova ad ogni modo premettere tre avvertenze. Primamente: avendolo io veduto per pochi mesi e con freddissima famigliarità, non ho potuto notare (il che avviene a parecchi) se non le cose piú consonanti o dissonanti co’ sentimenti e le consuetudini della

  1. On the moral tendency of the writings of Sterne (Knox, Essays moral and literary, vol. iii, n. 145) [F ].