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difesa pel sergente armani 209


Nel che il poeta mirava al «coerulea pubes» oraziano. Il sostantivo «pubes» lascia ardita ma intelligibile la frase, che suona «i giovani germani dagli occhi cerulei», ove l’«azzurri» seccamente scritto per dire «gl’inglesi dagli occhi azzurri», oltre che non ha esempi, è difficile a intendersi. Senonché queste colpe nascono da una fantasia ardimentosa, che, se talvolta vola oltre i limiti del bello, produce sempre ne’ grandi ingegni nuove ricchezze di stile.

Le profezie del bardo ed i canti d’amore che Malvina accompagna con l’arpa richiedevano un metro lirico. Nel canto primo e nel quarto le strofe rimate interrompono lo sciolto; partecipano delle virtú di stile di tutto il poema. Eminente ci sembra questa:

     Lassú, dov’anco
     il muto arriva
     gemer del verme che calcato spira,
     del Nume al fianco
     siede una diva
     che, chiusa in negro ammanto,
     scrive i delitti coronati, e all’ira
     di Dio presenta delle genti il pianto.

Assai cose pronunciate da Bonaparte e scritte ne’ commentari delle ultime guerre, sono con fede storica e con poetica novità innestate nel poema. Ognuno si ricorda il consiglio del vincitore sulle alture di Ulma: — Dite all’imperatore d’Alemagna che s’affretti alla pace, e si ricordi che tutti gl’imperi hanno un termine, e che deve atterrirlo l’idea che possa essere giunto quello della dinastia di Lorena. — Eccolo in bocca del bardo:

          Ti ricorda, incauto sire,
     ch’anco i regni han morte e tomba.
     Odi il turbine ruggire,
     mira il fulmin che già piomba.
     Sire incauto, il Giglio spento
     ti riempia di spavento.