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84 vii - viaggio sentimentale di yorick


pennello! — diceva io baldanzoso — s’abbia chi vuole, ch’io non l’invidio, l’abilità di dipingere i guai della vita con sí orribile e lugubre colorito: lo spirito si lascia sbigottire dalle cose ch’ei funesta e magnifica da per sé. Riducale alla tinta e alla forma lor naturale, e le guarderà appena. È vero! — dissi io, moderando la proposizione — la Bastille non è disgrazia da riderne; ma tranne quelle sue torri, appiana il fosso, togli le spranghe alle porte, chiamala solamente una «clausura», e poni che tu se’ prigione, non della tirannide, ma d’un’infermità: la disgrazia si dimezza, e tu tolleri in pace l’altra metà. —

Fui, nel fervore del soliloquio, interrotto da una voce che mi parve rammarichio di bambino, e dolevasi che non poteva uscir fuori. Guardai lungo l’andito: non vidi né uomo, né donna, né bambino; e non ci pensai piú che tanto.

Ritornando per l’andito, intesi dire e ridire le stesse parole, e, alzando gli occhi, vidi uno stornello in una gabbietta ivi appesa: — I can’ t get out, I can’ t get out — dicea lo stornello: — Non posso uscire, non posso uscire. —

E stetti a mirarlo; e verso chiunque andava e veniva, quel tapinello, dibattendo l’ali, accorreva, e tuttavia lamentando con le stesse parole la sua schiavitú. — I can’ t get out — dicea lo stornello. — Dio ti accompagni! — esclamai — perch’io ti farò uscire, e costi che può. — Andai attorno la gabbia a trovar lo sportello, ma era tortigliato e ritortigliato a tanti doppi di fil di ferro, che bisognava, ad aprirlo, mandare in pezzi la gabbia, e mi sono provato a due mani.

L’uccello svolazzò dove io m’industriava di liberarlo: sporgeva il capo tra que’ ferretti e premevali, come per impazienza, col petto. — Temo, povera creatura — gli dissi, — ch’io non potrò darti la tua libertà! — No — dicea lo stornello; — I can’t get out, I can’ t get out — dicea lo stornello.

Giuro che gli affetti miei non furono piú teneramente svegliati mai; né mai, né in veruno di quanti accidenti io mi ricordi nella mia vita, gli spiriti traviati, che abusavano della mia ragione, rientrarono con pentimento si volontario in se stessi. Per quanto quelle note fossero materiali, risuonava in esse, a