Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/163

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nota.

Di due altre versioni ho saputo, dopo ch’era già stampato il discorso primo, ove s’è detto di quelle che mi eran note. Una in terzine di Saverio Mattei, l’altra in versi sdruccioli del Pagnini. Ecco alcun saggio della prima. Verso del testo 7 — 9: della nostra versione 6 — 12.

Me quell’istesso ancor saggio Canone
     Splender già vide, e a tutti ajj’erma e dice
     Ch’io son nella celeste regione,
Io che chioma già fui di Berenice:
     Ma poi le bianche braccia al ciel distese
     E offrimmi a Numi in voto, ahi! l’infelice.

Ma non è prezzo del tempo il proseguire a leggere ed a confrontare. Bastavano i nomi di Saverio Mattei, e del benemerito abate Rubbi ὀ πάιυ , che raccolse questa versione nel suo Parnasso de’ Traduttori per persuaderci eli’ ella dovea pur essere una cosa sguajata. —

Il metro eletto dal Pagnini snerva il vigore e la maestà latina. Due passi male intesi vedili notati alla pag. 107, e 112. Gli altri ove intende diversamente da noi, sono i seguenti.

Verso del testo 9 — 11; della versione 11 — 14.

     E dessa a molti Dii le terse e nitide
     Braccia tendendo, in voto allor promisemi
     Che il re distretto appena a lei co’ vincoli
     D'imeneo ....

Verso del testo 21 — 22; della versione 27 — 29.

     Forse non tu solinga il letto vedovo
     Ma del caro german l' amara e febile
     Division piangesti. = Ove vedi la nota.

Verso del testo 33 — 36; della versione 42 — 45.

     Quali i/npromesse allor non senza vittime