Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/47

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spiega Conone, illustre ateniese, di cui scrisse a’ posteri Cornelio Nepote. Dal testo e dalla universale voce degli interpreti è chiaro che Virgilio parlava dell’astronomo. Non posso però consentire che l’altro il quale descripsit orbem radio fosse Archimede come il Lacerda e tutta la schiera vorrebbero. Né gli espositori soltanto, ma Gioseffo Scaligero1 ed il Salmasio2, sebbene con diverse ragioni, sono nella stessa sentenza, seguita dal Pagnini3; e l’Heyne v’inclina4 ma più volentieri intenderebbe, con Servio, di Arato, che, col poema de’ fenomeni insegnava le stagioni quae messor, quae curvus arator haberet. Arato non determinò mai l’anno alle genti, che tanto suona orbis presso a Virgilio5; dizione, parmi, tratta fenomeni aratei riuscivano utili all’agricoltore appunto per la incertezza de’ calendari. Archimede non applicò sovranamente le matematiche che alla meccanica, né dalla sfera citata da

  1. De emendatione temporum, lib. i, in periodo syracusana.
  2. Exercitationes plinianae, cap. xl.
  3. Annotazioni a Virg. loco citato.
  4. In egloga iii, v. 40.
  5. Æneid., I, v. 273.