Pagina:Foscolo - Poesie,1856.djvu/217

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AVVERTENZA 199

ad affliggere quell’anima soave ed a lui amicissima col racconto delle sue estreme sventure, o che, acerbo a pensarsi! la povertà glielo impedisse.1 E siccome da più d’una delle sue precedenti lettere alla medesima resultava chiaro, che egli aveva deliberato di mandarle o tutto, o parte almeno di quel suo prediletto lavoro, acciò ella ne fosse depositaria e custode, finchè a lui i destini consentissero di pubblicarlo,2 così il signor Mayer riunì insieme anco quei frammenti degl’Inni che gli vennero alle mani, colla intenzione di eseguire anco in ciò, quando che fosse, la volontà del Poeta: intanto si affrettò ad inviarle per mezzo mio le lettere ultimamente ritrovate. Non mi uscirà mai dalla mente e dal cuore la meinoria del modo con cui quella Donna, cui il Foscolo perpetuamente distinse coll’aggiunto di gentile, ricevè dalle mie mani il sospirato involto, per cui, dopo ben sedici anni dalla morte dell’Amico (era il sabato santo del 1843), ella tornava quasi ad udirne la voce dai cieli, e vedeva compiersi l’affettuosa promessa che già un tempo ei le avea fatto: «l’anima mia ed il mio spirito ti cercheranno pur sempre.»

Frattanto l’annunzio da lei contemporaneamente ricevuto di quei frammenti ritrovati la traeva ansiosa a Livorno, donde pochi giorni dopo ritornava coll’altro desideratissimo acquisto. Di qui cominciano veramente i suoi molti meriti verso il redivivo Carme le Grazie, poichè, ritiratasi in seno della domestica quiete, in città ed in villa per bene tre anni continui non perdonò a fatica per decifrare quegli ardui manoscritti; di tutto ciò che potè leggerne, sì in verso che in prosa, fece fare copia accuratissima; meglio che seppe riunì quegl’infiniti tratti disgregatamente in apparenza dettati, e certo lo fece con esito più d’una volta non infelice: insomma gettò le prime pietre alla restaurazione dell’edifizio. D’ogni cosa poi fece nuova copia di sua mano in un solo volumetto, a cui premesse queste parole, che mi è grato di riportare. «Chi si adoperò a dare un ordine ai tanti frammenti e squarci de’tre Inni alle Grazie e della Ragion poetica del Carme non presume di aver colto nel segno. Bensì ha creduto di dover sodisfare al proprio desiderio di vederli riuniti in un tutto insieme, per saggio della squisitezza di un lavoro, che, sebbene imperfetto, mostra evidentemente di qual bellezza e perfezione sa rebbe andato fastoso quello che il Poeta avrebbe creduto degno del suo nome.»

  1. L’affrancatura di qualsivoglia lettera di un foglio solo costava allora in Ingbilterra uno scellino e sette denari, circa tre e mezzo de’ nostri paoli. — Quindi egli scriveva a Silvio Pellico: Qui le affrancature postali costano un occhio.
  2. Vedi nell’Epistolario foscoliano le lettere di Ugo alla Donna gentile del 6 gennaio, del 9 febbraio, del 20 aprile 1816; e quella del 13 marzo 1818.