Pagina:Foscolo - Poesie,1856.djvu/246

Da Wikisource.
228 le grazie

A gioir delle terre arse dal verno,
305Maligna, e lava le sue membra a’ fonti
Dell’Islanda esecrati, ove più occulte
Fuman sulfuree l’acque; e a putreolenti
Laghi, lambiti da cerulee vampe,
La teda alluma, e al ciel sublime aspira.1
310Finge, perfida, in pria roseo splendore,
E lei delusi appellano col vago
Nome di boreale Alba i mortali.
Quella freme, e le nuvole in Chimere
Orrende, e in imminenti armi converte,
315Fiammeggianti; e calare odi per l’aere
Dal muto nembo l’aquile agitate,
Che veggion nel lor regno angui, e sedenti
Leoni, ed ululanti ombre di lupi.
Inondate di sangue errano al guardo
320Delle genti le stelle, e van gittando
Squallidi raggi per letereo caos.
Tutta d’incendio la celeste volta
S’infiamma, e sotto a quella infausta luce
Rosseggia immensa l’iperborea terra.
325Quindi l’invida Dea gl’inseminati
Campi mira, e l’Oceano conteso
Tutto a’ nocchier dal gelo: ed oggi forse
Per la Scizia calpesta armi e vessilli,2
E d’itali guerrier corpi incompianti!
     330Poscia che, colle figlie, ebbe la Diva
Tutte del nume suo fatte più miti
Le contrade di Grecia, alla sdegnosa
Diana, Iride, il cocchio e mansuete
Le cerve addusse, amabil dono, in Creta:

  1. 306-327. L’Islanda, com’è noto, è una grande isola d’Europa nell’oceano Deucaledonio, e che da taluno pretendesi essere la Thule degli antichi. È famosa per la sterilità del suolo, per le sorgenti calde e sulfuree, per le caverne mefitiche e pel vulcano del monte Ecla, l’Etna del settentrione. — Il Poeta ne fa la principale sede dell’Aurora boreale, che egli appella Erinni, o Furia. — Circa agli stupendi spettacoli che offre questo fenomeno meteorologico, qui maravigliosamente dipinti dal Foscolo, si può consultare, fra gli altri, il Dizionario scientifico etc. di Francesco Pivati, Venezia 1747. - Il lettore intanto, nelle aquile agitate dal muto nembo ec. può ravvisare il Poeta-aquila crucciato per la invasione dei mostri settentrionali nelle alte regioni delle greche e latine Fantasie.
  2. 328. Sublime allusione alla troppo celebre ritirata di Russia nel 1812.