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poi una Guardia
Atreo. Vive; non dubitarne; e all’odio mio

L’iniquo vive; e ancor per poco. Trama
Col tuo vegliar inusitato e lungo
Tu m’accennasti, o donna: or tuo fia il danno,
Mio il pensier di svelarla. –1
Emneo2
Tu riedi
Alle mie sale; Agacle sta: lo scorta
Fino al suo ostello; ed alla reggia intorno
Spia se innoltra Tïeste: entrato, mai
Uscir non possa. Va.3.
Già tesi tutti
Sono i nodi insolubili: ver Argo
Volse; il poter di Pliste, e i dotti inganni
D’Agacle destro il trassero. Ch’io d’uopo
Abbia pur d’altri a vendicarmi? – Or giunga
Tïeste, e sia così. Vendetta, oh gioia!
Piena otterrò; godrò dell’anelato
Piacer di sangue: e tremi ognun che offende
D’un re i diritti: chè quai sien, son sacri.4.

FINE DELL’ATTO TERZO

Atto quarto


Scena prima

Notte - La sala è appena illuminata da un lontano chiarore

Erope

O Tïeste... Tïeste... ove mi lasci?

Ove tu fuggi? e il misero tuo figlio
Come abbandoni? Deh! t’arresta... lassa!
E chi m’intende? – È notte; cupa,

  1. chiamando
  2. alla Guardia che comparisce
  3. La Guardia parte
  4. Parte