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70 CAPITOLO III


Il gruppo dei disegni che possiamo ritenere preparati da Leonardo per il monumento a Francesco Sforza si presta così più spontaneamente al nostro studio. Eliminati i descritti, i rimanenti hanno caratteri affini che ne consentono, entro certi limiti, un omogeneo raggruppamento.

Se vogliam credere che gli schizzi vinciani preparati per la fusione e per il trasporto del cavallo rappresentino — come par ben naturale — il tipo definitivo che trova in un cavallo tranquillo procedente al passo la sua maggior caratteristica dobbiamo concludere che, come gli avvenne più tardi per il monumento al Trivulzio, Leonardo progettasse da prima un gruppo vivacissimo, col cavallo impennato, per semplificarlo poi o per evitare nuova difficoltà pratica alla fusione o per ragioni estetiche. Ma la presenza in uno stesso foglio di Windsor di disegni coi due tipi di cavalli — impennati gli uni nella veemenza della lotta, tranquilli gli altri e solenni nella severità dell’atteggiamento tradizionale — fa supporre che presto i due concetti si seguissero, si alternassero fino alla rapida prevalenza del secondo. Adi 23 di aprile 1490 — nota (come s’è visto) Leonardo — cominciai questo libro e ricominciai il cavallo. E a noi vien naturale di pensare che quella data coincida con l’inizio della seconda serie di disegni — anche se qualche accenno alla precedente più pittoresca idea vi si infiltri — ispirati a propositi anche più severi, a studi più insistenti e oggettivi. Il grande artista rinuncia a seguir la fantasia e si chiude in uno studio analitico profondo.

I disegni del maestro di questo periodo rimasero insuperati per felice realismo d’interpretazione. Ad altri disegni,