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I MONUMENTI EQUESTRI 87

linea incerta riveli l’imitatore: dall’originale di cera si sarebbe ricavato — da Leonardo o da altri — il bronzo. Per quanto le considerazioni sue ci sembrino, in complesso, giuste e persuasive un serio dubbio ci impedisce dall’accettarne, senza alcuna riserva, la estrema conclusione. Poiché nessuna opera sicura di Leonardo ci rimane — la varietà stessa delle sculture attribuitegli da qualcuno n’è una conferma — ci manca quel sicuro termine di paragone che in questo caso poteva essere decisivo. Non si può negare che i confronti fra prodotti d’arte d’indole così diversi, quali i disegni e una scultura, per quanto lo stesso spirito ricolleghi questa a quelli, possono essere interessanti, e — come nel caso nostro — addirittura impressionanti, ma essi non possono convincerci in modo assoluto. Perchè sussisterà sempre il dubbio che come il maestro ebbe nella pittura seguaci che ne interpretarono — nella Vergine delle Rocce di Londra, nella Belle Ferronière, nel Musicista dell’Ambrosiana — sì fattamente l’arte da esser stati per secoli confusi con lui, egli può bene avere ispirato uno scultore valentissimo del suo tempo a riprodurre, dai suoi disegni migliori, un bronzo che, eseguito sotto gli esempi di Leonardo, ne interpretasse esattamente il pensiero. Ma non ci nascondiamo che ne a Milano, dove pur qualche scultore, come vedremo, risentì l’influsso dell’arte del grande e se ne giovò come meglio potè, ne a Firenze conosciamo alcuno scultore che tanto felicemente interpretasse un tipo e un’idea del maestro al punto da esser scambiato con lui. La prudenza — consigliera di una buona critica — ci induce ad accogliere l’attribuzione attraente in via dubitativa. Ma gli è pur certo d’altra parte — ripetiamolo — che nessun altra scultura è così pervasa dell’arte di Leonardo e ne rappresenta in modo più completo le caratteristiche quanto questa.