Vai al contenuto

Pagina:Francesco Sabatini - Il volgo di Roma - 1890.pdf/36

Da Wikisource.
30 F. Chiappini

Il chiaro filodrammatico romano Luigi Casciani, uomo che per la sua valentia nell’arte della declamazione meritò di essere chiamato l’emulo di Gustavo Modena, ammirando il genio di Gaetanaccio, fece costruire nella propria casa un teatrino di burattini, nel quale si compiaceva di recitare insieme con lui.

Il Casciani invitava i suoi amici a quelle rappresentazioni burattinesche con un biglietto in versi, scritto dal commediografo romano Giovanni Giraud,1 il quale per la sua bizzarria merita di essere riferito:

«Signori,

«I suoi, non che Vossignoria medesima,
Sapran che venerdì trenta corrente
E tutt’i venerdì sino a quaresima
La razza burattina ognor vivente,
Senz’aver nè battesimo, nè cresima,
Qui agir si vede e recitar si sente,
In modo che il fantoccio in volto umano,
Come il volgo suol dir, pare un cristiano.
«Gaetanaccio, delle piazze detto,
È il nostro principale attor nascosto,
L’ascolta a bocca aperta il fanciulletto,
Che non distingue il fumo dall’arrosto,
Ma spesso ai frizzi suoi l’uomo provetto,

  1. Giraud, Opere inedite e postume, Roma, 1842, tomo XII, P. 67.