Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/11

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capitolo i 5

     Sappi che in oriente è un reame
tra lochi inculti e tra ombrosi boschi,
ch’è pien di ninfe d’amorose dame.
     E quelle selve e quelli lochi foschi
65son governati dalla dea Diana,
la qual voglio che veggi e la conoschi.
     E benché sia la via molto lontana
e sia scogliosa e sia di molta asprezza,
io la farò parer soave e piana.
     70Io son l’Amor, che dono ogni fortezza
ne’ gravi affanni e, mentre altrui affatico,
gli fo la pena portar con dolcezza.
     In questo regno, del quale io ti dico,
è una ninfa chiamata Filena
75con bell’aspetto e con volto pudico.
     La selva è ben di mille ninfe piena;
ma dea Diana, quando va alla caccia,
piú presso questa che null’altra mena.
     Costei sí bella e con pudica faccia
80io ferirò per te d’un dardo d’oro,
quantunque io creda che a Diana spiaccia.
     Tu vedra’ delle ninfe il sacro coro
insieme con Diana lor maestra,
e belle sí, ch’i’, Amor, me n’innamoro.
     85E portan l’arco fier nella sinestra,
ed al comando della lor signora
cacciando van per la contrada alpestra.
     — O dio Cupido, tanto m’innamora,
— risposi a lui— il ben che m’hai promesso,
90che al venire mi pare un anno ogn’ora.—
     Allor si mosse, ed io andai con esso;
alfin venimmo per la lunga via
in un boschetto, ch’avea un piano appresso.
     La dea Diana a caso fatta avía
95una gran caccia e dalla parte opposta
con piú di mille ninfe in giú venía.