Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/171

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capitolo xiv 165

     Ma, se nel fundamento sta l’errore,
65quanto piú l’edifizio cresce o sale,
tanto fa piú ruina e duol maggiore.
     Fundamento è che quanto alcun ben vale,
tanto si stimi e tanto amore accenda,
quant’egli ha di bontá e men di male.
     70E, s’egli è ben che d’altro ben dependa,
non s’ami quasi per sé esistente,
se vuoi che, quando è tolto, non t’offenda.
     Fundamento è che quel, ch’è dipendente,
non s’ami come fermo e per sé stante,
75ch’ei da se sol non ha essere niente;
     ché ’l Creator le cose tutte quante
fe’ di niente, e, s’egli le lassasse,
niente tornerian come che innante.
     Adunque come il servo, che estimasse
80essere sue le cose del signorso
e come proprie sue cosí le amasse,
     se poi gli fusson tolte, saría morso
di gran dolore ed avería li duoli
per quell’error, nel qual è in prima corso;
     85cosí fanno li padri de’ figliuoli,
e de’ coniunti li mondani stolti,
che gli estimano stanti e per se soli.
     E ’l giusto Iobbe de’ figliuoli adolti,
quando fûr morti, fe’ questa risposta:
90— Dio me gli diede e Dio me gli ha ritolti.—
     Tu mi dicesti nella tua proposta:
— A nullo, amando, voglio avere affetto,
dacché, perduto, tanto amaro costa.—
     Io dico ch’abbi amor, ma sia perfetto
95e temperato sí, che, se ’l divide
o Dio od altro, non t’affligga il petto.—
     Ed io a lei:— Maestra, che mi guide,
dimostra a me ancora un altro vero,
ch’è sí oscur, che mai mia mente il vide.