Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/18

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12 libro primo

100Poi cercò tutte e solo il vestimento
trovò a Filena, ch’era alquanto acceso,
il qual con l’acqua crese avere spento.
     Ma giá quel foco sacro era disceso
dentro nel sangue, sí come s’accende
105un picciol foco nella stoppa appreso.
     Il dí seguente, quando il sol risplende,
Diana prese le saette cónte;
ed ogni ninfa ancor suo arco prende,
     però che seppon che di lá dal monte
110era di cervi venuta una schiera
a beverarsi ad una bella fonte.
     Filena non andò, ma rimasta era,
ché di non poter ir prese la scusa
ancor pel colpo della polsa fiera.
     115E per la fiamma, ch’ella avea rinchiusa
drento nel cor, faceva la donzella
come un ferito cervio di fare usa,
     il qual non trova loco; e cosí ella
or si adornava di fioretti belli
120la testa sua, come sposa novella,
     or sospirava ed or li suoi capelli
mostrava al sole e gli occhi, duo zaffiri,
poscia specchiava ne’ chiar fiumicelli.
     Per tanti segni e per tanti sospiri
125io, ch’era giá di queste cose esperta,
conobbi dell’amor li gran martíri.
     — Dimmi, Filena, e non tener coperta
la fiamma tua:— chiamandola da parte:—
per tanti segni— dissi— io ne son certa.—
     130Rispose dopo assai lagrime sparte:
— Ahi lassa me! Amor d’un dardo d’oro
ferita m’ha con forza e con sua arte.
     Però non ho seguito il sacro coro
di mie sorelle, sol perché m’aiuti:
135se non mi aiuti, o Rifa, oimè ch’io moro!—