Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/332

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CAPITOLO XI

Della virtú della giustizia, e come e perché furono trovate le leggi.

     La nobil compagnia, ch’io trova’ allora,
fu quella vergin sacra, con cui ’l sole
a mezzo agosto e settembre dimora,
     non giá d’Astreo, ma di divina prole.
5Quand’ella percepette ch’io la vidi,
benignamente disse este parole:
     — Con qual ardir quassú venir ti fidi?
come, cosí soletto, movi il passo?
or non hai tu persona che ti guidi?
     10Se tu venuto se’ dal mondo basso,
qual fu quella Virtú, la qual ti scòrse
tra’ regni tristi del re Satanasso?—
     Ed io a lei:— Minerva mi soccorse,
quando per mio errore era ito al fondo,
15onde a cavarmi la sua man mi porse.
     Mostrato m’ha lo inferno, il limbo e ’l mondo
e delli vizi li reami crudi;
poi mi condusse nel giardin giocondo,
     ove veduto ho io le tre Vertudi;
20e tutte insieme con festa e diletto
menato m’han tra nobili tripudi.
     Cercando or vo colei, da cui fu retto
sí in pace il mondo, che sub suo governo
fu l’etá d’oro e ’l secol benedetto.
     25— Poi ch’Avarizia uscío fuor dell’inferno,
a cui la voglia mai saziò pasto,
né poterá saziar mai in eterno,