Pagina:Gaetano Cantoni - Fisiologia vegetale, 1860.djvu/154

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Infatti le piante che sono seminate o fatte nascere avanti tempo, ossia prima che trovino la temperatura loro conveniente, non solo restano stazionarie, ma soffrono e talvolta ne risentono danno per tutto il tempo della loro vita; così avviene spesso del riso, melgone, fagiuoli, pomi di terra, pomi d’oro, meloni, poponi, ecc. Per il che, val meglio differirne la semina sino all’epoca opportuna, quand’anche si tema di perdere un mese di tempo. Ecco pertanto l’utilità e la necessità dei letti caldi per quelle piante che esigono un discreto grado di calore anche nel primo loro sviluppo, e che, seminate presto nel campo, non germinerebbero o soffrirebbero dopo d’aver germinato. Col letto caldo si anticipa la semina, ed all’epoca opportuna si procede al piantamento della pianticella, già avanzata nella vegetazione e munita di 4 a 6 foglie. Così si pratica nel nostro clima col tabacco, barbabietola, ricino, meloni, pomi d’oro, e con tutte quelle piante che incominciano a germinare sol quando la media sia di 12° a 13°, che desiderano una temperatura costantemente elevata, e che vogliano compiere la loro vita ricevendo in breve tempo una forte somma di temperatura.

Questo medesimo principio vale eziandio per la susseguente vegetazione o produzione vegetale. Quanto più una pianta, per essere convenientemente costituita, deve contenere di materia amilacea o zuccherina in una o più delle sue parti, e vuole abbondante concorso d’acido carbonico ed alcali, essa esige un più forte grado di temperatura quando sta per formarle, e tanto maggiore, quanto più dall’amilaceo il prodotto passi al zuccherino. Erroneamente si disse esservi piante che maturano il loro frutto a calor decrescente, quali la vite, il melgone, il castagno, il fico, ecc. Per convincervi di tale assurdo fisiologico basta confrontare fra loro i frutti delle medesime piante, maturati gli uni a calor crescente,