Pagina:Gandolin - La famiglia De-Tappetti, Milano, Treves, 1912.djvu/76

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o nella concolina in cui ci laviamo le fisonomie familiari, o su quel cuscino, ch’è il capezzale delle mie notti. Eufemia: casa De-Tappetti è nella piú assoluta decadenza. (scopettando con rabbia) Agenore: lascia stare il gatto! Te l’ho detto cento volte.

Agenore. — Papà: l’ho mandato via perchè era sullo scendiletto e stava facendo....

Policarpo (con amarezza). — Anche l’altro giorno era sul mio soprabito blú e fece....quel gatto non ha principio di educazione!

Agenore. — Papà: oggi ch’è Natale, mi ci porti al teatro meccanico?

Policarpo. — Quanto sei noioso e degenere, figlio mio!

Eufemia (irritata). — E tu rispondigli una volta, senza farlo svociare.

Policarpo (al figlio). — Che vuoi? parla! e parla senza omologare di singhiozzi il tuo ragionamento.

Agenore. — Papà: oggi ch’è Natale, mi ci porti al teatro meccanico?