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rone nel primo de Natura Deorum. Diagora, Protagora, et altri assai. Svetonio di questa arguisce [Svetonio.] Caligula Imperatore, perché nel Capidoglio sussurrando parlava con Giove, et qualche volte ancora lo villaneggiava. Floro[Floro.] nel terzo libro n'arguisce parimente Euno Duce d'una moltitudine di servi, perché, nascosta in bocca una noce con dentro del solforo, et del fuoco, parlando soffiava fuori alcune fiamme, per dimostrarsi un Nome divino. Celio [Celio.] nel terzo libro nota una certo Psapho, il quale, affettando la divinità, fece instruire alcune Gaze loquaci, le quali libere volando dicevano. Psapho è un gran Dio. Demetrio dopo Alessandro Magno, con questa simile affettatione si fece nominar figliuol di Giove. Salmoneo figliuolo d'Eolo simulava di vibrare fulmini in aria, per dare a' capire a' quei di Elide, che fosse Dio, onde Virgilio nel sesto dice [Virgilio.] .
Vidi et crudeles datem Salmonea paenas,
Dum flammas Iovis, et sonitus imitatur Olympi.
Per conto del disprego Dionigio è notato da Lattantio, perché con scherno aperto tolse la barba d'oro a' Esculapio figliuol d'Apollo, dicendo, ch'era [Lattantio.] inconveniente che il padre si dipingesse giovene, et senza barba, et il figliuolo vecchio barbuto. Heliogabalo presso [Herodoto.] Herodoto, nel quinto libro delle sue Historie, beffeggiò apertamente la religione de' Dei, perciò che con irrisione grandissima congiunse in matrimonio Urania Dea, cioè la Luna, con suo Dio ch'era il Sole. L'opposto di questi son stati et sono i professori delle tãte Religioni Christiane, il Catalogo delle quali da diversi scrittori ho' fra mille opinioni varie più giustamente raccolte che possibil sia stato; [Catalogo delle Religioni Christiane.] come i Canonici Regolari Lateranensi signori al presente dell'Isola Tremitana, et del castello dell'Aragona, Baronia del Regno Napolitano, l'origine de' quali è discesa da gli Apostoli. [Canonici Regulari Lateranensi.] Onde Vincenzo Vescovo Bolvacense, nel decimono libro del suo Speculo Dottrinale, al capitolo sesto decimo, dice. Ordo canonicorum Regularium primo ab Apostolis, postea a' beato Augustino instimus. così dice il [Vincenzo Vescovo Beloacense Boseto.]Beato Antonio nella seconda parte della sua Cronica al titolo quintodecimo; il Volterrano nel libro vigesimo primo con quelle parole. Ordo Canonicus non tam ab Augustino institutus, quam renovatus, ab Apostolis enim sumpsit exordium. così Benedetto duodecimo in una sua Estravagante; et Eugenio quarto in quella bolla diretta ai padri di Frigionda, dove son queste parole inserte. Huius profecto sacri ordinis, et sancti propositi post sanctos Apostolos, primus in Alexandrina Ecclesia Marcus Petri Discipulus fuit institutor, et conditor, et gloriosus Doctor Augustinus eos divinis regulis decoravit. Queste sono anco le parole di Roseto Dottore Parisiense nobilissimo, nel libro de Religione Ecclesiastica, al Titolo trigesimoquarto, [Roseto.]De ipsius Canonici ordinis antiquitate non ex incettis auctoribus, reperimus