Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/102

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se, ove tener non si devrebbe. Santo Agostino nel libro della Dottrina Christiana descrivendo la superstitione, quanto alle sue parti, dice. Superstitiosum est quicquid institutum est ab hominibus, ad facienda Idola, et creaturam, dove si notifica la prima specie di superstitione, ch'è l'idolatria; di poi soggiunge, vel ad consultationes, et pacta quaedam cum daemonibus; et questa è la seconda: et dopo aggiunge ancora, ad hoc genus perinent omnes ligature, atque remedia, quae medicorum disciplina commendat, et questa è la terza specie. Di molte superstitioni frivole et vane fa mentione Plinio nel vigesimo ottavo libro, le quali non sia cosa inconveniente recitare, benche di superstitioni si parli ancora nel discorso de gli Indovini, et in quel de Maghi osservandosene alcune a' tempi nostri simili grandemente a' quelle. Pone adunque fra' le superstitioni gli incanti amatorii di Theocrito presso a Greci, di Catullo et Virgilio presso a' Latini; quel verso che Cesare Dittatore replicava tre volte inanzi che si mettesse a far viaggio, l'invocatione di Nemesi contra le fascinationi; col tintinnamento dell'orecchie voler presentire quel che lontano alcuno dice contra di te; col porre della saliva doppo l'orecchie con un dito, credere che i rei pensieri dell'animo si partino; che sia cattivo segno quando il cibo ti scappa di mano; così, quando s'incontra una donna che fila; che le saette, cavate dal corpo d'uno, se non han toccato terra, habbian vigore d'accender quei, che giacciono insieme, secondo Orfeo, et Archelao; che coi numeri impari di Pitagora si possino cacciare le cecità de gl'occhi essendo accomodati giustamente; che il capello che da un putto sia tolto e levati sani la podagra, essendo legato al mẽbro molestato; che il mal de gli occhi si ripari con l'incontro d'uno, che sia zoppo da ogni lato; che i parti s'agevolino, cingẽdosi la donna col cinto di colui che l'hà ingravidata, che l'occhio rito del lupo insalato guarisca la febre quartana; e simili altre ciancie, et fantasie ridicolose, delle quali insieme con Plinio ragiona il Fernellio Medico assai copiosamente: et il Mondognetto (per non tacer anco questa) in una lettera del secondo libro al dottore Don Giovanni di Ucamonte, dopo l'haver nominate per strie, la Mathona di Segovia, la Perixila di Avila, la Lapori di Hormachios, la Uracca di Ocagna, la Xarandiglia di Baezza, dice, che un dì la predetta Xarandiglia gli disse burlando. Se voi Maestro Guevara non volete, che alcuna person v'invoca, ricordatevi di dire in iscambio del segno della croce, alla prima cosa viva, che scontrate la mattina, queste parole. Con due occhi ti veggo, con cinque t'incanto, il sangue ti bevo, il core ti sparto; la qual cosa è veramente ridicola, et stolta superstitione. Alla religione son poi contrarij l'impietà, et il spregio sommamente, non essendo altro l'impietà che sentir malamente d'Iddio, o' negarlo, o' non temerlo; della quale impietà son notati da Cice-