Pagina:Gavuzzi - L'Adramiteno e le Favole di Esofago, Torino, Fontana, 1828.pdf/89

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mentre stava questo reumatizzando, osservò un passaggiero, che faceva viaggio senza uscir di casa, e camminava senza gambe. Le nacque desìo di conoscerlo, e, presene sommarie informazioni 17 da persone dabbene, intese essere la Lumaca. Quindi se le approssimò, e le disse: o Lumaca ornatissima, lume dei peripatetici, lima dei quadrati sferici, e lama del Tanteo 18 dei Medici, voi siete il più felice abitator dell’America, e vi burlate di tutti quattro gli elementi. Il vostro abitacolo è in luoghi umidi, onde il fuoco non prevale; se la terra vi copre, voi con piede liscio aprite i sotterranei, e ritornate alla luce; se il vento v’incalza, vi nascondete fra i sassi; se il mare v’innonda, avete tosto la nave, che vi tragitta alla sponda. Voi state così bene, come Catone in Utica, e non invidiate un professor di musica. Io, per evitare il destino, che mi minaccia, abbisogno della vostra condizione. Fatemi il piacere, prendetemi con voi in pensione 19. La Lumaca voleva scusarsi con dire, che era maritata, e che in sei anni non aveva ancor potuto aver prole legittima. Ma alfin s’arrese, e ricevè la Pulce nel suo domicilio. Alli 3 di agosto si celebrava in Menfi il compimento della famosa fabbrica del Pelicano, e tutti facevano vigilia. Un villano andava alla raccolta di Lumache per fare un buono, e saporito pasto, ed impinguar la legittima 20. Sicchè colse anche quella povera Lumaca, ospite della Pulce, la portò a casa, l’inviluppò tale, e quale nel suo guscio in una foglia d’amaranto, e la pose a cuocere sulle brage ardenti. Allora la Pulce esclamò: ahimè che l’astrologa mi ha colta!