Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/155

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E die? la musica non può essere che | festevole o sacra? L’espressione dell’amor. passionato e della tenerezza melanconica j non si confando alla musica! I lamenti di un’anima afflitta non le convengono! Questa è una erronea sottigliezza. Ogni alletto può esprimersi colla musica.Il ritmo esprime l’impulso della emozione ne’suoigradi: esso procede, corre, precipita, s’infrange; e quegli cui vien trovato un nuovo ritmo, fa Battere le vene e i polsi dell’uomo in un nuovo modo; egli ne diviene signore, e può a suo senno continuargli e modificargli quella impressione. Questa è dunque una scienza illimitata alla quale mal si argomenterebbe Goethe di circoscrivere i confini. Solamente di queste due impossibili usurpazioni non è la musica da tenersi capace: cioè della pretesa di dipingere all’occhio, ridicola scorreria nel dominio della pittura, e di quella di ragionare, sciocca usurpazione tentata alla regione dell’intelletto. La musica altro non è che emozione; ma ogni emozione può la musica produrre. Checché ne dica Goethe, la musica è sensibile, voluttuosa e marziale, pastorale e marziale, pastorale e ridente, melanconica e divinai Ella tocca il sommo grado quando in virtù di un grande sforzo di istinto e di creazione fa che tutti sieno diretti a un sol punto luminoso i ritmi, i rumori, gli accénti, i silenzii, i mormorii, i tuoni e le saette; questa mischianza che stordisce, e che Goethe prende per una riconciliazione d’ogni maniera di dissonanze, pare anzi a noi la suprema maraviglia dell’arte. Nè solamente è differenza de’ suoni fra loro, ma è differenza altresì fra i rumori; e ciascuno istromento ha la sua voce terribile o soave: non solamente’la qualità de’ suoni è variata, ma le melodie nel loro procedere e nel loro disegno si rivelano sotto sensi diversi o contrarii, si risolvono in cadenze peregrine nuove e deliziose, o spezzano il loro accoppiamento con contrasti maravigliosi e violenti. Il sentimento dell’unità in mezzo alla varietà, e quello della passione che il genio vien tratteggiando e ritraendo sono il punto quasi sovrumano a cui deve intendere l’arte musicale. Rivolgetevi a Beethoven; e voi vedrete la moltitudine rabbrividire, e con fervore seguire dappresso al possibile 1 ispirato maestro che aggiuguendo un contrasto all’armonia di contrasti, stabilisce un movimento inaspettato, un novello battito de’nostri polsi, e risolve un nuovo problema di quest’arte pressoché infinita e divina. Per musica mista, la quale Goethe condanna, intenderebbe egli forse la musica senza carattere? la vuota romanza, la fiorita e prolissa cabaletta, la suonata che sciorina gracchiando i suoi frivoli accordi, o la sinfonia fatta di getto sullo stampo de1 luoghi comuni? Sia’ pur con Dio; ma se si volessero collocare a due opposte estremità la musica da danza dall’una parte, e dall’altra la musica sacra, infra questi due estremi si potrebbero agevolmente discernere tutte le minime, modificazioni degli umani affetti: amore, brama, melanconia, tenerezza, livore, meditazione, ardor guerresco, e del pari la serena festività della imaginazione, quella innocente e semplicetta giocondità che inspirava a Cimarosa e a Rossini tanti piacevoli scherzi comici! 1 K LA CADUTA DI BADI COÌVI A ORATORIO DI SPOUR Una corrispondenza della Gazz. Mas. di Parigi, in data di Londra, parla a questo modo della Caduta di liabilonia, Oratorio di Sphor, eseguito ultimamente al Meetings musicale d’Eiglcth: u Si supponeva clic la fama precorsa di questa grande composizione musicale avesse a far accorrere un numeroso c distinto uditorio, ma l’aspettativa generale andò ingannata. Quest’Oratorio non ò certo del valore degli altri due composti prima dal medesimo autore. Il soggetto sii offre ben maggior interesse drammatico clic non religioso; ora lo stile sacro non debbe mai degenerare in pitture teatrali. Ad appoggio di quanto affermiamo potremmo citare non pochi esempi. Nell’Israel c Josua di Hiìudcl c’è tanta elevatezza quunlà con’è nc’misteriosi patimenti del suo Messia: l’inno di riconoscimento di Mirato è sublime al pan delta graziosa elegia Sa che vive i lledentor: i lamenti di Davide clic piange Giocala som così scevri di ricercatezza c di ogni mondano effetti quanto il pezzo sì profondamcnlc’feligioso: Sprezzato egli era. 11 signor Spolir Ita interamente perduto di vista la dignità che esige lo stile sacro: il fare de’su Persiani ricorda tutte le splendidezze profane del teatro: nel suo nuovo Oratorio le donzelle di Sionnc suonano del tamburino e ballano delle danze j gane, c ad ogni tratto si disfoga la loro gioja c esprimono le loro speranze. La terribile apparizio della morte clic verga sulla parete dei qahittcri n stenosi produce degli effetti poco diversi da quelli della scena delle monache nel Roberto il Diavolo, effetti che applicati a’soggetti tratti dalla sacra scrittura non riescono’ad altro che a stringervi il cu d’angoscio. Insemina, considerato come musica tedesca, l’Oratorio del sig. Spolir è più inondano delle palle più serie del Mosè di Rossini, dei pezzi più inoli ciani del suo Slubat, che i partigiani esclusivi del si gnor Spolir non sanno perdonare tuttavia al suo ai toro». Abbiamo voluto citare questo brano di critic acciocché i nostri lettori veggono a quale allo punto sono recate le esigenze estetiche presso gli stranieri, e con quaula sottile finezza Si lidi conto delle differenze di genere C di forme nelle diverse composizióni c nei temi diversi. Questo rigorismo eccessivo vi a compenso delia indulgente larghezza con cui tra si fa talvolta buon viso ad ogni più audace confusione di stile, c del barbarismo col quale alcune opere musicali, improntate di un dato carattere, e per questo pregio particolarmente stimate, si sconvolgono c riinpolpcltauo in guisa che la originale loro fisonomia è al tutto vandalicamente scambiata. Ili DOÌV pasquale TRADOTTO PEIl LA SCENA FRANCESE — Venerdì giorno 11 d’agosto il Don Pasquale, accomodalo per la scena francese, fu rappresentato a Brussellcs sul teatro della Mannaie a benefizio d’Alizard. Gli abbonamenti’- vennero sospesi e la sala riboccava tuttavia di spettatori. Il beneficialo, al suo cn-. trarc in isccna, fu salutato da una triplice salva d’applausi. - Tutti i giornali di Brussellcs sono unanimi nel confermare l’immenso successo clic la nuova oj buffa ha ottenuto dalla sua prima serata.» 11 libro del Don Pasquale, dice l’Indépendanl, ha prodigiosamente piaciuto. Del resto, bisogna rendere a Cesare ciò che è di Cesare. 1 signori G. Vaez c R. Roycr non hanno il ventato questo soggetto; bensì non ebbero clic a In durre in francese il libretto italiano, cd era impossibile mettere maggior dose di spirito nel compimento di questo lavoro, e dare al dialogo un tuono più piccante ed originale. Il loro stile è ben quello che più s’addice all’opera buffa. «Quanto alla musica, essa fece a Brussellcs lo stesso piacere clic a Parigi. I pezzi clic furono applauditi con entusiasmo sono, nel primo alto, le strofe cantate da Alizard: Taille d’abcillc e leint rosé, ch’egli disse con una grazia-inarrivabile. Secondo, l’aria di mad. Viliioni: Pauvres amants/idèles! Terzo;il duetto fra Alizard c mad. Villioni: Oh! c’csl charmant. In questo pezzo, che esige della civetteria e molta grazia, mad. Viliioni si 6 mostrata, per la prima volta, commediante per eccellenza. «11 secondo atto, dice sempre VIndépendanl, racchiude delle bellezze musicali superiori a quelle del primo. La scena del contratto, c soprattutto il finale in quartetto, sono pezzi di una gran bellezza. La maniera con cui il quartetto é stato cantato, richiama l’insieme c fino a un certo punto lo siile dei cantanti del teatro italiano di Parigi. I pezzi più rimarchevoli del terzo atto sono stati la Serenala cantata nelle quinte, il notturno di Labordc e di mad. Villioni: Le jour a fui la terre, cd il rondò di mad. Viliioni: Dos jours calmcs quand vieni l’dge. Gli artisti si sono sorpassati: rare volto si è veduto sul teatro della Mannaie, un lavoro meglio cantalo c rappresentato con maggior insieme. Si provò una vera soddisfazione di potere finalmente riparare, con questa musica spiritosa c leggiera, clic non dà clic dolci cd aggradevòli emozioni, alla sovrabbondanza di certe opere melodrammatiche, all’udire le quali si prova quasi fatica. (’Franco Musicale■) UÀ MUSICA DI BEETHOVEN SUONATA ALL’IMPROVVISO Non si è mai offerto esempio, crediamo, clic nò l’orchestra di Parigi, nò quella di Berlino, di Vienila, di Brussellcs, che pure sono discretamente stimate nel mondo musicale, abbiano osato produrre in.pubblico veruna delle tanto sublimi c per conseguenza difficili sinfonie dell’autor del Fidelio, senza prima prepararsi al rischioso cimento con, ripetute prove. Si narra anzi che il medesimo Beethoven, avendo avuto a dirigere una grande Accademia che dovea darsi a Vienna, non solo non si accontentò di preparare la precisa esecuzione della magnifica sua Sinfonia eroica con dicci laboriosissime prove, ma venuto il momento di suonarla al cospetto di. un uditorio di principi c di sovrani, non ebbe riguardo a interromperla a metà, pregando i signori ’ professori a volere riprenderla da capo, per poter meglio rilevare il tempo c tutte le finezze del colorito, ccc. Da questo solo aneddotino debbo comprendersi quanto ardua impresa sia il suonare la musica Bccthoveniana, c per suonare qui non intendiamo già il trovarsi tutti c singoli i suonatori al fine del pezzo a medesimo tempo, lieti di non aver lasciale cadere a terra clic pochissime delle note segnate, c superbi di non essersi impacciati a mezzo di questo o di quel passo, ccc. Qui per suonare intendiamo interpretare il carattere in genere della composizione, e subordinare ad osso la scelta c la degradazione delle tinte, la varietà del colorito, la finezza dei chiaroscuri, la precisione dei tempi, c più che tutto investirsi del fuoco poetico dominante, c trasfondere nell’esecuzione ora lo slancio animato, ora il soave patetico, ora il gajo brillante, ora il far bizzarro, or l’impeto fantastico, c lutto ciò iusomma clic costituisce la vera grandezza delle’invenzioni strumentali di Beethoven, il gran Michelangelo della musica. Eppure chi il crederebbe? In Italia, ove le orchestre non sono di certo superiori a quelle sopra nominate, si ò dato più di un caso in cui si osò suonare diverse delle più. difficili sinfonie di Beethoven all’improvvisò, vai a dire senza veruna prova nò esercizio preparatorio c quindi con quanto c quale effetto, è facile immaginare. II. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Parigi. Il comitato dell’associazione degli artisti di musica organizza un Festival, clic avrà luogo i primi giorni di settembre al Teatro Italiano. Il sig. Berliozsi c incaricato della direzione di questa solennità, per la (piale si farà pompa di grandi mezzi musicali, sicché si j ha lusinga di grande concorso. — Con un ordine dell ) I passalo giugno S. M. il re i Luigi Filippo si è degnato d’approvare la deliberazione 1 colla quale il consiglio municipale di Parigi gratuitamente concedette uno spazio di terreno, nel cimilcrio del Pere Lachaisc, per l’erezione di un monumento alla memoria di Cherubini. Questa deliberazione è concepita; nei seguenti termini: ■ Avendo considerato clic la lunga carriera di Cherubini, morto ottuagenario, fu quasi in| fieramente spesa in Francia, sua patria adottiva; con| siderando clic la città di Parigi fu per lo spazio di ses