Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/55

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Wmm. J canismo di uno strumento. E la freddezza t cui vengono accolti la massima parte > di quei così detti concertisti privi affatto j di estetiche facoltà, che al tutto si confidano in una meccanica maravigliosa, come lo spopolamento che di più in più si incontra nelle sale delle accademie, dovrebbe renderci accorti che il pubblico non riconosce nella musica un’arte di pura ammirazione, ma vuol bensì che ella sia tale da porre in movimento il suo spirito e la sua im- i maginazione, che dolcemente lo commuo- j va, e gli desti quelle sublimi e soavi sen-! sazioni cui fuomo è suscettibile di prò-! vare per mezzo dell’udito Questa essenzial proprietà dell’arte di I regolare i suoni, che non può rendersi j manifesta che per il mezzo della esecuzio- j ne, incontra spesso delle gravi difficoltà | nelle riunioni delle grandi masse di ese- | cutori. La mala intelligenza, la svogliatezza;j e le insubordinazioni figlie della ignoranza, il soglion talora, e forse troppo spesso distruggere i più grandiosi effetti che dovrebbero produrre le classiche composizioni musicali. Egli è perciò che la educazione delle masse strumentali forma l’oggetto primitivo èd il più importante quando si voglia formare una nuova musica strumentale italiana. Non eli’ io intenda dire che l’Italia scarseggi attualmente di ottimi strumentisti: anzi ognuna delle cento città, anco per questa parte, ha le sue celebrità municipali da mostrare 5 ma allorquando si tratti di formar delle masse di esecutori, ancorché ognuno di essi individualmente sia eccellente nella sua facoltà, pure nel tutto insieme può resultarne un corpo disordinato e confuso, quando non vi si aggiunga una perfetta unione, non dirò per la parte meccanica della intonazione e della misura, che sarebber questi difetti da imperiti o da esordienti, ma più che altro io intendo ora parlare di quella unione sentimentale ed espressiva indispensabile nella esecuzione della musica, ove talvolta vi abbisogna anco un qualche sacrifizio di individualità per comporre una perfetta unità di intelligenza, ai spirito c eli energia, senza di che mai potrannosi ottenere quei resultamenti che l’arte musicale deve prefiggersi. Una qualunque siasi composizion di musica fuori della sua esposizione non ha in faccia al pubblico, nò anima, nè vita, nò forma, nò rappresentanza alcuna:, egli è soltanto per il mezzo di una buona o cattiva esecuzione che anco le più nuove e sublimi creazioni del genio possono comparir giganti o pigmei, possono eccitare delle forti commozioni o della noia, dell’entusiasmo 0 del disprezzo. Allorquando la massa degli esecutori trovasi animata da un caldo entusiasmo, per forza di simpatia lo stesso entusiasmo si comunica e si propaga nella udienza, ed in virtù di una reazione ritorna vicendevolmente dal pubblico agli esecutori, e dagli esecutori al pubblico. Egli è questo il maggior trionfo dell’arte, che alcuna volta accade di riportare anco con delle mediocrità, se non con |i delle nullità di concetto, per sola grazia j di un’animata e perfetta esecuzione. La educazione delle grandi masse di stro- |i mentisti non può effettuarsi che per mezzo j dei Conservatorii, delle pubbliche scuole, j e delle Società Filarmoniche indirizzate a! tale scopo. Nei teatri le orchestre, come li impegnate a sostenere per il più una parte I troppo accessoria e secondaria, non pos- 1 sono contribuire ad uno sviluppo di un J sentimento di esecuzione altamente estetico, a cui finora generalmente poco o nulla si è pensato. Ma la maggior cura richiedesi principalmente nella educazione artistica dei maestri o direttori delle grandi orchestre. Oltre tutte le facoltà che si ricercano in un perfetto eseeutor di musica, le quali di sopra accennammo, il direttore di un corpo di strumentisti deve possedere tutta la scienza necessaria ad un compositore per esser capace di interpretare a fondo e di inspirarsi nelle idee altrui, e di più gli è necessario l’avere una naturale altitudine di sapere al momento comunicare i propri sentimenti, le inspirazioni e le commozioni ai suoi sottoposti, e fare in modo che tutti concorrano unanimemente in un sentimento, in una ispirazione e in una commozione istessa. A queste generali considerazioni sulla esecuzion musicale molto vi sarebbe da aggiungere, quando si volesse discendere a più minuti dettagli, lo che ora non ci sembra opportuno. Luigi Picchianti. (Sarà continuato). BIBLIOGRAFIA Bei Metodi di Canto, ed in iggieeie del Breve Metodo di Canto di Fnncesco l’i.oitino - Milano presso G. Ricolmi - l’arte I e II. Nessun metodo ci vuole per istruire nel canto; cosi opinali taluni, perchè, dicon essi, qualunque Metodo, sia pure ii migliore, si dovrà variarlo, modificarlo a seconda delle circostanze svariatissime di intelligenza, capacità materiale, volontà, salute, coltura, tempo disponibile degli allievi, ed a seconda delle loro mire o di professione o di puro diletto; c ciò è verissimo, ma gli è però del pari innegabile clic fra cento maestri (non contate quelli clic lo sono per disgrazia degli allievi c dell’arte) ne troveremo hovantotto che sapranno modificare le regole d’insegnamento che vennero raccolte in un Metodo dietro l’esperienza, ii sapere c l’amor dell’arte de’ maestri che furono, e sapranno giudiziosamente adattarle alle qualità individuali de- studiosi, ma non so se potremo trovarne due elle per soia reminiscenza, per la soia propria esperienza sappiano guidare con senno c con sicurezza gli allievi sulla strada della perfezione della diffieil’arte; e questi pure 11011 dovrebbero sdegnare di ricorrere ad un buon codice di leggi generati d’insegnamento. - A ciò si aggiunga clic l’allievo clic non sia uno zotico (e i zotici non istudino il canto, perchè si può scommettere che non arriveranno mai a meritare più di un terzo della parola cantante). 1 allievo potrà servirsi del Metodo per richiamare alla memoria i precetti dal maestro sviluppati, applicali al caso particolare. Soprattutto poi c innegabile clic le norme fondamentali della scuola, come a ino’ d’esempio, le regole generali della respirazione, della pronunzia, dello sviluppo de’ mozzi materiali di espressione, de’diversi generi, c quindi del diverso stile di canto, sono appena susccllibiii di qualche modificazione: quelle adunque devon essere raccolte in un Metodo, onde conservare all’arte la sua fisonomia, c preservarla dall’essere sfigurata dai cattivi precettori. Ir. dunque necessario un Metodo di Canto, si, ma fra i tanti clic pur sono e che vanno stampandosi, chiari po’ nomi degli autori c chiarissimi per magnifici titoli, quale sceglierà il maestro? c peggio ancora come sceglierà quel dilettante clic, o per essere iniziato nella musica c massime nel cembalo, e non potendo sussidiarsi di un maestro, voglia, per quanto è possibile, imparare da sè il canto, od esercitarsi sulle || L’amoredell’arte mi spingeva a scrivere un’analisi di! tutti i Metodi di Canto fin qui pubblicati, onde dimostrarne i pregi c i difetti c conchiudere quali siano da rigettarsi, quali da preferirsi tanto dai maestri quanto dagli studiosi, ma quest’analisi, questo esame sarebbe andato per le lunghe più che no ’1 permettali le colonne di un ebdomadario; da un altro carilo.me ne II trattennero i riguardi dovuti al sempre lodevole zelo | degli autori de’ Metodi, fra’ quali sono c maestri e ar- j listi di meritata betta fama; mi trovava quindi, come j suol dirsi fra l’incudine ed il martello, quando mi na- | cquefun’idea clic mi sembra conciliare il rispetto, la ( stima clic professo a quelli che bau tentato giovare ( alla bell’arte, col dovere dello scrittore che ad ogni * individuale riguardo deve anteporre la verità, se può < giovare ai più, peso ben soventi grave ma però som- j prc onorevole. - Ma prima di manifestare la mia determinazione, clic a taluni parrà ardita, a tal altri fors’anclic una pretta lctterarìo-artìstica insolenza, mi si permetta il rammentare clic, se fra gli obblighi dell’urbana critica v’ha quello di passar oltre sulle rare c picciolo macchie cadute in que’ libri di pura fantasia, di amena letteratura, nc’quali plora nitenl in citarla, è però tale indulgenza una riprovevole mancanza (piando trattasi di libri didattici, di libri che devono essere c sicura c facile guida nc’sempre ardui priticipj di una scienza, o di un’arte bella. - In questi devo, regnare e la possibile, chiarezza di siile e la giudiziosa parsimonia e ’1 miglior ordine logico, e la maggior esattezza di definizioni e la giustezza dei precetti c l’opportunità degli esempj destinali a scmprcnnncglio chiarire le regole tecniche. - Premessi questi prmcipj, io dichiaro clic: / Metodi di Canto fin qui stampali, ciascuno de’ quali ha qualche, particolare pregio, sono tutti, quali più quali menu, difettosi, ed a segno tale da essere in alcune circostanze insufficienti, in altre nocivi allo scopo, quello cioè di guidare colla possibile facilità c sicurezza allo studio del canto. Nè si creda già che io adotti qucsla spiccia, asciutta maniera di critica 0 per inerzia o per mancanza di inlima convinzione, no; se ho già addotte le ragioni per cui mi astringo ad una semplice asserzione, aggiungo però che, quando mai a taluno degli autori sembrasse azzardata, esso non avrà a far altro clic invitarmi con due righe inscrilc in questa Gazzetta Musicalo 0 nell’Osservatore teatrale di l’orino a provare la mia proposizione per quel tale 0 tal altro Metodo che stimerà far eccezione, ed io non farò aspettare a lungo la dimostrazione. - Ma, a proposito di eccezione, godo doverne far una io stesso pel Breve Metodo del sig. Fioriino. Dei pregi di questo libro ha già parlato nel N. 112 anno I.° della Gazzella Musicale il chiarissimo Geremia Vitali, valente conoscitore dell’arte, quanto dotto, schietto c coscienzioso critico, ed io sono pienamente con lui d’avviso che il Metodo del Florirno sia il miglioro fra i fin qui pubblicali. - 11 Vitali valuta assai una lettera del cavaliere Crcsccnlini clic fa 1 più lusinghieri cncomj al lavoro del Fiorimo, ma non mancano gli esempi di larghe lodi falle da uomini di bella nomanza e messi in fronte ad opere poco superiori alla mediocrità (nè io starò qui a sciorinare le cause di colali contraddizioni), talché ho preso l’abitudine di leggere tali lettere dopo l’ultima pagina, quantunque d’ordinario stampate in capo a’ libri, e cosi ho fatlo leggendo il Metodo del sig. Fioriino c così mi compiacqui poi nel leggere un encomio eolanto meritato, scritto da sì va- | lente artista, qual è il cav. Crcsccnlini. - Non esito I quindi a pregare il chiaro autore a compir l’opera pubblicandone, (pianto più presto potrà, la terza parte, I clic non può fallire di esser utile agli studiosi, giacché j nelle due pubblicale mostrò di sapere ben addentro 1 nell’arte d’insegnare il canlo, e di conoscere i pregi j clic devono concorrere alla cb’flìcilc fattura di un libro f di lai genere. L’autore ha chiamato breve il suo Metodo, ma non j si credano i studiosi che sia perciò incompleto, no; quel predicalo di breve è uno de’ varj indizi della sua 1 modestia, poiché spoglio di chiaccherc inutili, ridotti ai minimi termini i precetti c le definizioni senza cadere nell’oscuro, il suo Metodo è breve ma stillicidi- ] temente ricco di quanto c duopo sapersi per correre j con sicurezza la migliore scuola del canlo. Anche da questo Metodo vedo con piacere eliminato I l’accompagnamento a Bassi numerati, che il lodato molta 1 chiam suzione, al che io credo poter aggiungere clic gli a compagnamcnti numerati inchiudono 1111 principio di monopolio, onde ristringere ai pochi che sanno leggerli eolia voltila facilità pratica il privilegio di accompagnare ed insegnare i prmcipj pratici del canto, i solfeggi od altro, mentre poi 11011 è niente raro il trovare fra i meglio pratici diciferatori della numerica accompagnatori privi di gusto, di tatto melo-armonico, insomma accompagnatori per disgrazia, che, pronti ed esatti nel convertire in suoni le arabiche cifre, tradiscono a meraviglia le intenzioni de’ compositori c i mal capitali cantanti, storpiando le proporzioni di forza, di accenti, di ritmi, di distanze fra la melodia c Vaccompagnamento, confondendo gli stili, i generi, facendo guerra a sangue alla ragion drammatica (e questi sono i più). ha scritto, mi fa animo ad additargli qualche leggiera menda sfuggitagli nelle due parli pubblicale, lusingandomi voglia rimediarvi con un’appendice alla terza parte, quando non creda erroneo le mie osservazioni, c persuadendomi clic saprà vedere un segno sicuro } di stima per lui c di amore per l’arte nell’additargli q ’ere scoperti nella sua prege- «opei A pag. i leggo: Di que’ registri poi i quali hanno f