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margherita di savoia | 207 |
nizzarono queste nozze, prima a Torino, poi a Casale, capitale del Monferrato, ove gli sposi fecero solenne ingresso, quindi a Mantova, ove giunsero il 24 maggio, in una giornata splendida, che sembrava presagio di lieto avvenire. Di queste feste di Mantova, così magnifiche che riempirono di stupore quanti poterono assistervi, accorrendo da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero, rimase tal fama che anche oggi sono rammentate e se ne leggono le descrizióni, stampate in quell’epoca.
Margherita, al suo giungere in Mantova, si ebbe subito la simpatia della popolazione e l’affetto della famiglia in cui entrava, una famiglia, però, ed una Corte sgovernate e corrotte. Il suocero, non vecchio, ma rovinato dal libertinaggio, fastoso, prodigo, esagerato in tutto, amante del lusso e dei divertimenti; la suocera, Eleonora dei Medici, sorella di Maria Regina di Francia, scontenta del marito, che tutta Italia sapeva un libertino, gelosa della sorte della sorella minore, se ne viveva appartata, tutta dedita alle pratiche religiose. Dei due cognati, Ferdinando, già Cardinale, benché giovanissimo, non stava quasi mai a Mantova per ragioni di studio e di ufficio; Vincenzo, un libertino precoce, se ne viveva più che poteva lontano dai genitori, in qualche villa, per non subire i loro rimproveri.
La futura Duchessa portava, in quell’ambiente tanto dissimile dalla severa Corte paterna, un tesoro di giovinezza, di vita, d’audacia, ed una sete, ancora insaziata, di potere e di divertimenti. Già padrona del cuor