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Pagina:Gemma Giovannini - Le donne di casa Savoia.djvu/453

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cristina albertina di curlandia 383

lorchè un attacco di paralisi lo colse, e lo uccise in breve il 16 agosto 1800.

La principessa rimasta vedova, con Carlo Alberto di due anni, ed una bambina, Maria Elisabetta, di pochi mesi, essendo nata il 13 aprile 1800, trovavasi in quanto a mezzi nella situazione più deplorevole. Fortunatamente essa incontrò un amico, nella folla d’indifferenti che li guardava ben da lungi, perchè la loro stella erasi offuscata, e questo fu il conte Alessandro di Saluzzo, un lontano parente, che fu prodigo a lei di ogni premura, si fece tutore dei bambini, e intentò causa al governo francese per la restituzione dei beni confiscati ai suoi pupilli; e allora Albertina, riprendendo il progetto interrotto dalla morte di suo marito, andò coi figliuoletti a stabilirsi a Lipsia, tenendovi una vita esemplarissima, divisa fra l’educazione dei figli e la favorita lettura, divertimento questo che non sacrificava se non per la conversazione dei letterati, come le accadeva di fare nel suo soggiorno a Torino, durante il quale aveva voluto conoscere tutti quelli che colà vivevano, o vi soggiornavano temporariamente.

Albertina aveva studiato con passione l’italiano col professore Molineri, e si era specialmente innamorata dell’Ossian del Cesarotti, avendo essa molta tendenza al fantastico. Con ciò è facile credere quanto la soggezione e l’etichetta le fossero gravose, e come si sentisse felice nell’oscurità di quella vita. Ma Lipsia, col suo attivo commercio, non le offriva il ritiro tranquillo