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maria teresa di toscana | 407 |
fino che durarono i fuochi e i lumi che avevano accolta e festeggiata la giovane Duchessa. Poi il nulla si rifece intorno alla sposa e alla suocera, in quanto a piaceri, iniziative e libertà le più innocenti.
Dopo che fu divenuta nonna, Maria Teresa, che tanto amava la nuora, scelta si può dire da lei, divise allora il suo tempo fra la beneficenza e i nipotini. Si prendeva cura di loro nelle indisposizioni infantili, nelle assenze e nelle malattie della madre, e sopratutti idoleggiò la primogenita, la principessina Clotilde.
Ma quella vita di ritiro e di pace, che pure aveva tante dolcezze, doveva essere interrotta da ansie e da cure dolorose. Fino dalle prime concessioni che Carlo Alberto fece al suo popolo, sul finire del 1847, e agli osanna che vi corrisposero, Maria Teresa ebbe come un presentimento di dolori futuri, e, invece di rallegrarsi, pianse. Forse ella antivedeva Novara, l’abdicazione, l’esilio, la morte!
Quello poi che provò Maria Teresa durante la guerra, ove erano esposti il marito e i figli, nessuna penna può efficacemente descriverlo! Il Re lasciava Torino il 26 marzo 1848 verso mezzanotte; i figli erano partiti il giorno avanti: come tristi erano state per la famiglia reale queste due successive partenze!
L’interesse politico poteva far dimenticare al Re ed ai principi il loro parentado austriaco, ma le due principesse che rimanevano a Torino, non potevano non ricordarlo, tanto più che, sebbene esse vivessero