Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
maria adelaide di lorena | 431 |
presso i quali si trattenne anche alcuni giorni, e tornò in Piemonte soddisfattissima.
Resultato di questa sua visita, di cui parlò in famiglia ripetutamente e con entusiasmo, fu un invito di Carlo Alberto alla sorella, di venire a passare qualche giorno presso di lui a Racconigi, col marito ed i figli. Essi accettarono tutti, e il 19 agosto arrivarono in Piemonte.
Qui trascrivo letteralmente dai Ricordi di una Dama di palazzo, della contessa Della Rocca Castiglione: «Eran quelli gli anni in cui l’animo di Carlo Alberto era tristemente travagliato, per opera delle tante sette, di gesuiti, di sanfedisti, di repubblicani, che a turno, e anche tutti insieme, cercavano d’impadronirsi di lui, per sedurlo o intimorirlo, secondo che volevano o invece odiavano la libertà dei popoli. In tanto agitarsi intorno a lui, il Principe, che sentiva tutte le responsabilità che pesavano sul suo capo, era talvolta nel fitto buio o illuminato da false luci, e cercava la via che non sempre gli si presentava chiara e diritta dinanzi. Era perciò serio, tetro, il sorriso era scomparso dalle sue labbra, e tutto intorno a lui si risentiva di quella attitudine, di quella severità.»
Ma l’arrivo dei principi di Milano cambiò l’aspetto di ogni cosa. La Viceregina, sempre giovine e bella, vispa e piena di brio, meravigliata in principio della gelida etichetta e degli usi della Corte del fratello, che risentivano ancora del francese e dello spagnuolo, e che soltanto Vittorio Emanuele II doveva addirittura