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a continua diffidenza di sé stesso e degli altri. Temeva di essere sinistramente giudicato da chi gli si appressava. Egli sfuggiva del pari gli sguardi dei forestieri e de’ sudditi di ogni condizione: i quali non potevano presentarglisi senza incontrare mille difficoltà: ma s’egli finalmente si accontentava di ricevere qualche persona, sapeva mostrarsi dolce ed affabile; e a tutti coloro che giungevano ad acquistarsi una volta la sua confidenza erano quasi sicuri di potere assai sopra il di lui animo. Principe senza rispetto per l’umanità, senza amore per i suoi popoli, flagello de’ propri Stati e di quelli dei vicini, egli fu assai più reo signore che non fosse uomo malvagio, e trovavasi in lui qualche mescolanza di ingegno, di virtù e di generosità».
Ammesso dunque ciò, mi sembra ingiusto di accogliere senza alcuna riserva, tutto il male che si dice di lui, ed io non lo farò. Ed invece di dare, come verità indiscutibile, che Filippo era tanto geloso, da non permettere che la moglie vedesse alcun uomo, tranne il confessore, come assicurano alcuni storici, e che fosse obbligata a convivere con uno stuolo di gentildonne, e che nullameno il Duca non si coricò mai con lei, mi piace piuttosto dividere l’opinione del Costa de Beauregard, che asserisce essergli stata Maria teneramente affezionata, e che non fu giammai sottoposta a persecuzioni gelose. C’è poi chi va più in là, e racconta che la Duchessa ebbe pel marito un senso sì tenero e rispettoso, che il giorno in cui egli le aveva toccate le mani