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d’una signorina per bene 89

susurro, una carezza, e vola ad increspare la marina liscia e calma.

La rada è bella. Un contorno di alture lontane che la nebbia avvolge in un velo azzurrino; una striscia di terra verde, fiorita, che si sdraia su l’acqua con mollezza; e paeselli e casuccie e ville accucciati fra i pini e gli oliveti; e aranci e viti e allori; più in là la montagna ripida, a picco su ’l mare, rude e selvaggia, si direbbe messa a contrasto di quell’eterno sorriso.

Fra due scogli un po’ fuori del paese è una casetta tutto bianca, graziosa e bizzarra come il capriccio di una fanciulla. Ha, su ’l davanti un ampio terrazzo che guarda il mare; dietro ed ai fianchi una striscia di terreno coltivato a gelsomini, rose, gaggie; tutto un profumo.

Sotto il terrazzo della graziosa casetta, dove l’acqua scorre su la sabbiolina con un fruscio che pare un sommesso riso di gioia, Lucia in costume di bagno, se ne sta sdraiata al sole, con il capo riparato dal cappellone a larghe tese.

Lucia aveva sperato di fare come di solito in quell’angolo delizioso, una vita ritirata e tranquilla. E visse infatti a suo modo per un mese e più.