Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/114

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d’una signorina per bene 103

Una supposizione ingiuriosa le sferzò il sangue; diventò pallida fino alle labbra e disse forte a Adele: «Di’ al signor Svarzi che sono sola e... e... non posso...

Il resto le fu strozzato in gola dalla improvvisa comparsa dei signor Svarzi su la soglia. Non era più il giovine che si piegava in due dinanzi a lei e le si mostrava rispettoso, quasi impacciato. Un sorriso fatuo dava al suo volto scialbo un’espressione nuova e strana; negli occhi gli guizzavano lampi da conquistatore fortunato.

«La signorina non vorrà proibire a un vecchio amico di venirle a porgere in casa i proprï omaggi! — disse fissandola arditamente e sorridendo sempre del suo sorriso brutto.

Lucia se ne stava muta di sorpresa e di collera guardando il giovine con occhi aperti, sbarrati, torbidi. Aveva posato una mano su la tavola quasi per sostenersi; il tremito le agitava le labbra impedendole di parlare. Oh la sua supposizione!... adesso le si andava mutando in certezza e l’anima sua ne restava sconvolta e sgomenta.

«Sua zia mi aveva autorizzato di venire a porgerle i miei omaggi! — disse Svarzi, un po’ scosso da quel contegno.