Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/140

Da Wikisource.

d’una signorina per bene 129

Come ella passò loro d’innanzi, il servitore di poco tempo prima lasciò la mano della sposa, si tolse il cappello, e, impettito, salutò con il solito rispetto. Adele le sorrise arrossendo un poco.

«Sono contenti! — pensò Lucia, ricambiando gentilmente il saluto — non fa bisogno di essere ricchi per amarsi ed essere felici!

«È però necessario che ci sia la stima! — soggiunse con un sospiro.

In vece di entrare in casa, si mise nel sentieruolo che saliva su ’l poggio, e guidava, fra due filari di pini, al cimitero.

«Vado a trovare la povera mamma! — si rivolse a dire a Adele.

Il cimitero, piccolo, modesto, senza lusso d’ornamenti, con una sola cappella mortuaria che raccoglieva le ossa degli avi, dei nonni e della mamma di Lucia, qualche croce arruginita sorgente fra le erbe alte, qualche angioletto di ferro dipinto indicante la tomba d’un bimbo, e cippi, alcuni spogli, sepolti nel verde, altri adorni di ghirlandine di fiori freschi o circondati da brevi aiuole coltivate, era messo di sghembo su la costa del poggio, riparato dal sole che vi batteva in pieno