Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/142

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d’una signorina per bene 131

Una croce pendente indicava il posto ove riposavano le spoglie di Bista, l’affittaiuolo che era morto solo invocando i figli sparsi per il mondo.

Lì sotto un rosaio incolto, bianco di fiori, giaceva Carolina del fornaio, sua compagna d’infanzia, che il mare aveva buttata a riva annegata, dopo una tempesta.

Più in là, sotto un capannuccio coperto di madreselva, consumavano i resti di Rosa, la vedova che aveva lasciati orfani sei figli.

«Si soffre tanto, si passa per ogni sorta di pene, per poi finire così, al cimitero!... Che mette conto di affannarsi per una vita così breve?

Era entrata nella cappella, fredda in confronto dell’aria esterna, illuminata dalla luce rossastra che pioveva passando attraverso i vetri delle alte finestrette. Vi ora un odore morto di rinchiuso e di fiori appassiti.

Lucia si inginocchiò. Ma in vece di pregare come soleva, quel giorno si ritrovò a monologare senza avvedersene.

Dov’era lo spirito dei morti?... si staccava dalle persone che aveva amate in terra?... le dimenticava?... o pure vive con noi, d’una vita che