Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/143

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d’una signorina per bene 133

i nostri sensi imperfetti non possono sentire?... vita confusa, misteriosa, che forse si rivela nelle nostre aspirazioni, nei vaneggiamenti, nei sogni!

Hanno i morti pietà delle nostre debolezze, dei nostri dolori?

O sono severi della severità di chi più non lotta con la materia e più non può comprendere la miseria delle creature?

Fra questo mondo e l’altro c’è un invisibile legame, o pure una inesorabile rottura?...

«Mamma!... mi sei tu vicina con lo spirito o io ti invoco in vano? — susurrò la fanciulla tremante di dubbio, con in cuore un immenso desiderio di fede, di protezione e conforto.

Si raccolse; volle scacciare da sè la superba titubanza, che la scoraggiava e desolava.

No; non era possibile, che dopo tanta tenerezza, la mamma sua l’avesse lasciata sola su la terra!...

Il suo spirito le stava vicino sempre; esso le susurrava al cuore suggerimenti buoni e santi; le dava la forza di sopportare il dolore e le delusioni, la confortava a sperare, la compativa.

«No, mamma!... fra te e me non è spezzato il vincolo d’amore!... non può essere!... Dio non