Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/144

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d’una signorina per bene 133

lo permetterebbe!... stammi vicina, mamma! proteggimi, mamma!

Una tenerezza di pianto le strappava le lagrime mentre l’anima accoglieva un soave senso di fiducia e si chetava nella sicurezza dell’amore, della protezione materna.

Quando uscì dal cimitero, il sole s’era ritirato nel brusco tramonto, segnando una riga di fuoco giù, in lontananza, nel punto che il cielo pare si abbassi a congiungersi con il mare.

Quella sera a cena, non prese cibo; le ripugnava; sentiva la testa pesa; un gran desiderio di riposo.

Andò a letto che la sera non era ancora calata.

Si tirò su a sedere, lasciò andare la testa sui guanciali.

Gli ultimi bagliori staccavano spiccati i paesaggi, le scene, le figurette della vecchia, bizzarra tappezzeria.

Ogni paesaggio, ogni scena, ogni figuretta le ridestava nell’animo un ricordo; la tuffava nel passato. Quante volte, nella sua infanzia, ella non si era ritrovata ad animare con la fantasia le figure dai colori vivaci e dalle linee inverosimili e spesso ridicole che adornavano le pareti di quella cameretta!