Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/151

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d’una signorina per bene 141

gnere Del Pozzo; occhi che frugavano nell’anima commuovendo, destando sensazioni non mai provate.

Come erano dolci, affettuosi quegli occhi, là, a Milano, la sera prima della sua partenza per la spiaggia!

Come erano torbidi e severi il dì ch’egli era venuto a darle la notizia del fallimento!

E quella sera, al letto del povero Cecchino morente?

Nel cuore le si agitò la smania di rivederli quegli occhi chiari e luminosi; di sentirsene guardata, fosse anche torbidamente, severamente come l’ultima volta. Ed era una smania che le faceva martellare il cuore in petto, premendole le lagrime.

Su ’l mare in calma, nelle barchette, che si staccavano dalla riva dello stabilimento, spiccavano nella luce dorata, signore e signorine nei loro capricciosi costumi, con in testa gli ampi cappelloni bianchi, e i giovinetti, che lo accompagnavano, quale a cavalcione della prua, quale ritto in poppa, altri con il remo vogando.

Ed era un vociare festoso, uno scoppiettio di risatine squillanti, ogni tanto uno strillo di affettata paura.