Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/165

Da Wikisource.

d’una signorina per bene 155

corteggiato e invidiata la bella signorina Ferretti, nella gioia di quell’ora, nell’estasi di quella musica, fra il mare luccicante al chiaro di luna e il cielo fitto di stelle, non si staccava un sentimento di mesta tenerezza per l’assente inferma. Nessuno pensava che i suoni soavi, dovessero in quel momento giungere là ove si celebrava una mesta, dolorosa funzione, ove si svolgeva una scena pietosa.

Lucia aveva voluto il prete, presto, subito, in tanto che si sentiva in sè.

E il prete aveva avuto tempo di confessarla e comunicarla, prima che si assopisse di nuovo.

«Ora posso andare dalla mamma! — aveva bisbigliato la poverina oppressa dalla lieve fatica, chiudendo gli occhi, ricadendo nell’assopimento.

E nell’assopimento sorrideva. Vedeva la mamma scendere dall’alto in mezzo a una luce d’oro; si sentiva chiamare a nome; un coro d’angeli la circondava facendole in torno una musica dolcissima, paradisiale. Oh come scendeva al cuore quella musica! quale calma metteva ne’ suoi poveri nervi eccitati!

«Lucia! Lucia!