Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/175

Da Wikisource.

d’una signorina per bene 165

parso su l’uscio, si avanzava, le veniva vicino, di fianco al suo letto; con voce tremante la chiamava a nome, come nel sogno, il suo ridente sogno.

«Lucia!

Le si chinò sopra; e sotto voce, avvolgendola del suo sguardo dolce e potente, le susurrò alcune parole, la baciò in fronte con rispetto.

Un grido fioco di gioia uscì dal petto della fanciulla che si abbandonò svenuta su i guanciali.

«Non è nulla! — disse il medico accorrendo. — È la felicità che deve guarirla del tutto.



Nel salottino che dava su ’l terrazzo inondato di sole, profumato dalle gaggie in fiore, Lucia ancora un po’ pallida, ancora molto debole, ma raggiante di gioia, scriveva a l’amica lontana.


«Lena mia!

«Ho veduto la morte da vicino. Ora sono guarita.

Quando caddi ammalata era tanto infelice da desiderare la fine. Adesso non ho parole per ringraziare Iddio della gioia che mi concede.