Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/60

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d’una signorina per bene 49

dignità vagheggiando troppo apertamente l’unica figliuola d’un uomo ricco; una ereditiera. Ci fu anzi anche un gentiluomo, che mi stette addirittura, a la larga, non invitandomi manco una volta al ballo, non scambiando con me mai una parola. Cosa un po’ eccessiva, per uno che con me aveva assistito negli ultimi momenti un fanciullo moribondo e che si era interessato per darmi l’indirizzo della sorella del poverino. Ci sono circostanze nella vita, che, io penso, dovrebbero, per così dire, avvicinare gli animi, e che fanno correre un fremito di simpatia innocente e nobile nei cuori. Non lo credi anche tu?... Ma queste circostanze non riescono a liquefare nemmeno la prima superficie di certe nature di ghiaccio!...

Tu hai capito che voglio dire dell’ingegnere Del Pozzo; il conte Anton Mario Del Pozzo; il quale, per certo, è venuto a la festa per un riguardo verso papà; forse è venuto a malincuore, facendo un sacrificio!

Ballò pochissimo e sempre con signore; con signorine mai. Elegante nel vestito di ballo, con quell’aria signorile che lo distingue, egli passò la maggior parte della notte solo, a guardarsi in tondo, ritto nello sguancio di qualche finestra.