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d’una signorina per bene 55

Lucia scattò dalla poltroncina e strinse le mani a la giovine facendosela sedere presso.

«Sono venuta a ringraziarla prima di entrare in convento! — disse la giovine con accento commosso. — Ci vado domani, e sono così contenta!... È Cecchino che ha pregato per me!... E lei è l’angelo del Signore mandato in mio soccorso!

Le afferrò la mano e se l’accostò a le labbra, baciandola.

Presa a l’imprevista, Lucia, già un po’ eccitata dalla lettura, non potè frenare un singhiozzo.

Sorpresa, la giovine alzò il velo scoprendo un viso bianco, soave, e commossa, con gli occhi velati, uscì a parlare a frasi tronche, l’accento concitato. Oh ell’era davvero un angelo!... Ella capiva; ella non sentiva disprezzo ma pietà!... sì, sì; bisognava essere passati per molti guai; bisognava aver percorsa una via ben penosa, ben irta di spine, per giungere a non desiderare altro che il convento, a vent’anni!... E lei lo desiderava tanto!... Sentiva proprio nell’anima la voce di Dio che la chiamava!

«Dio — disse con certa solennità — è grande e buono; accoglie e conforta chi ha errato per necessità, per abbandono di tutti!