Pagina:Gentile - Romanzo d'una signorina per bene, Milano, Carrara, 1897.djvu/74

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d’una signorina per bene 63

«Che stupida sono stata a non accorgermi di nulla! — disse a mezza voce.

E al cane, che guaì al suono di quelle parole, soggiunse, non smettendo di accarezzarlo: «Non è vero, Wise, che sono stata una stupida?

Il cane gemette fregando il muso contro le sue ginocchia: «No, non stupida! — pareva volesse dire — ma troppo ingenua, troppo fidente, troppo.... occupata d’altro!

Occupata d’altro!... Anche dall’anima sua sorgeva questa voce come un’accusa. In fatti, la notte del ballo, ell’era stata occupata ben d’altro che di suo padre!... Si sentì arrossire; un’onda di sconforto le sconvolse il cuore.

Pensò con un sentimento di biasimo a Lena che l’aveva lasciata proprio quando ella avrebbe avuto tanto bisogno d’averla vicina; alzò gli occhi al ritratto della mamma, che pendeva dalla parete. Oh se ci fosse stata la sua mamma!... Ella le avrebbe letto in cuore; con la simpatia dell’affetto vero e profondo, l’avrebbe aiutata a veder chiaro nei propri sentimenti, l’avrebbe almeno confortata.

In vece non aveva nessuno; nessuno che si occupasse seriamente, amorosamente di lei. Si sen-