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d’una signorina per bene 69

Maria, che si diffondevano nell’aria come un invito a pensare al cielo.

Il fischio della fabbrica sibilò la sua nota acuta. Era finita la giornata di lavoro; gli operai tornavano alle loro case; in famiglia.

Lucia si rivolse a guardare. Primo ad uscire fu un signore alto e svelto, che prese frettolosamente a camminare a quella volta. Ella lo riconobbe e si sentì arrossire mentre infilava un viottoletto, fra i prati. Lo riconobbe anche Wise, che non svoltò, ma gli corse incontro abbaiando festoso.

«Wise! qua! — ordinò Lucia rivolgendosi.

E vide, a due passi, l’ingegnere Del Pozzo, che la guardava, forse un po’ stupito di trovarla a quell’ora, lì sola con il cane. Si era fermato e l’avvolgeva del suo sguardo profondo, pieno di misteriosa espressione; quello sguardo che la fanciulla non poteva sostenere senza sentirsi stranamente commossa.

«Buona sera! — la salutò toccandosi il cappello.

«Buona sera! — balbettò Lucia.

E si rivolse per tirar via nel viottolo.

Il cane seguì per un piccolo tratto l’ingegnere