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d’una signorina per bene 75

l’avrebbe dispensata dalla noia di quella conversazione sbiadita. Passò nel salottino attiguo a quello e il signor Svarzi la seguì. Zia Marta voleva sentire il suono del piano a qualche distanza.

«È un suono smorzato che riesce più soave! — diceva.

Fatt’è che Lucia si trovò nel salottino sola con Aldo Svarzi; cosa che la seccò, ma a la quale non avrebbe potuto mettere rimedio senza usare uno sgarbo.

Aperse su ’l leggio la prima musica che le capitò sotto mano; un pezzo brillante, che ella suonò con foga un po’ stizzosa, sentendosi addosso lo sguardo del giovine.

Perchè egli la guardava così intensamente?... Che cosa voleva da lei quel signore?...

Gli ultimi accordi del pezzo staccarono suoni aspri, stizziti.

«Brava! — disse dal salotto zia Marta, che non capiva che la musica fragorosa.

«Benissimo! — fecero in coro le sorelle Zolli.

«Perfettamente eseguito! — esclamò Svarzi, aprendo su ’l leggio un altra musica tolta a caso; e la musica era una suonata di Beethowen.