Pagina:Georgiche.djvu/163

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Ad ingannarti ei vestirà di fiere,
Ed irsuto cignal, squammoso drago,
620E bionda lïonessa, e fiera tigre
Farsi a un tratto il vedrai, nè ciò giovando
Assottigliarsi, e liquido da i lacci
Vibrarsi in fiamma, e dileguarsi in onda.
Tu però quanto ei più si studia e tenta
625Di svilupparsi varïando aspetto,
Tanto più stringi i vincoli tenaci,
Finchè ripresa la natia sembianza
Tale il vedrai, qual si mostrò nel sonno.
Così diss’ella, e di sua man sul figlio
630Stillò liquida ambrosia, onde repente
Söave odor da l’unto crin si sparse,
E vigor nuovo confortò le membra.

     Entra nel fianco di scavato monte
Un ampio seno, ove da i venti spinto
635Rompesi il flutto, e placido s’appiana;
Sicuro asilo in tempestoso mare
A i sorpresi nocchier: più dentro in vasta
Grotta s’asconde, e con opposto sasso
Proteo si chiude. Ivi Cirene il figlio
640Colloca in angol buio, ed ella in fosca
Nube non vista ad osservar si scosta.