Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/125

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CANTO DECIMOQUARTO. 107

XXXV.


     Amici, dura e faticosa inchiesta
Seguite: e d’uopo è ben ch’altri vi guidi;
Chè il cercato guerrier lunge è da questa
276Terra in paesi inospiti ed infidi.
Quanto, o quanto dell’opra anco vi resta!
Quanti mar correrete, e quanti lidi!
E convien che si stenda il cercar vostro
280Oltre i confini ancor del mondo nostro.

XXXVI.


     Ma non vi spiaccia entrar nelle nascose
Spelonche ov’ho la mia secreta sede:
Chè ivi udrete da me non lievi cose,
284E ciò ch’a voi saper più si richiede.
Disse; e che lor dia loco all’acqua impose;
Ed ella tosto si ritira e cede:
E quinci e quindi, di montagna in guisa,
288Curvata pende, e in mezzo appar divisa.

XXXVII.


     Ei, presigli per man, nelle più interne
Profondità sotto quel rio lor mena.
Debile e incerta luce ivi si scerne,
292Qual tra’ boschi di Cintia ancor non piena:
Ma pur gravide d’acque ampie caverne
Veggiono, onde tra noi sorge ogni vena,
La qual zampilli in fonte, o in fiume vago
296Discorra, o stagni, o si dilati in lago.