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Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/136

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— Molta sorveglianza...

— Una sorveglianza perenne, insistente, minuziosa...

— Importuna...

— Irritante...

— Accanita...

— Accanita!... Ecco la vera parola, onorandissimo signor prefetto...

— Gran Proposto... se vi piace!...

— I lapsus linguæ son contagiosi... Vi chieggo mille perdoni!...

— In un mese... anche l’uomo più onesto può commettere delle azioni...

— Nefande!... Il giusto pecca sette volte all’ora, dicono i preti riformati, i preti della vecchia portavano la cifra a settanta volte sette!...

— Voi dunque credete?...

— Io credo che in due linee di scritto si trovino sempre dieci capi di accusa per far condannare un imbecille, così l’uomo il più astuto, e diciamolo pure, il più onesto, dopo un mese di sorveglianza fatta a dovere...

— Fatta da voi, mio buon Torresani...

— O da’ miei incaricati...

— È un uomo posto fuori dalla legge...

— Un uomo... impossibile!

Il Gran Proposto e il Capo di Sorveglianza si levarono in piedi con moto simultaneo, e si strinsero la mano come due cospiratori.

— Io sono orgoglioso di avervi perfettamente indovinato — disse il Torresani con affettata compunzione. — Ormai ogni altra parola sarebbe superflua; convien mettersi in moto e agire prontamente... Il nostro uomo è partito per Costantinopoli; di là, fra una settimana, dovrà recarsi a Pietroburgo... Prima ch’egli ci sfugga, bisogna mettergli a fianco due dei nostri... due buoni